Il decreto flussi, come noto, definisce il numero massimo di cittadini stranieri che potranno entrare in Italia per motivi di lavoro e le modalità da seguire per ottenere l’autorizzazione. Si tratta di uno strumento con cui lo Stato regola in modo ordinato l’ingresso di manodopera proveniente da Paesi extra UE, in base alle esigenze del mercato del lavoro italiano.
A differenza dei cittadini europei, chi proviene da Paesi terzi, per poter lavorare in Italia, deve ottenere un visto per motivi di lavoro. Il datore di lavoro deve presentare una domanda di nulla osta e, una volta approvata, il lavoratore può richiedere il visto presso il consolato italiano nel proprio Paese.
Il nuovo DPCM del 2 ottobre 2025 ha fissato la programmazione triennale 2026-2028, stabilendo 181.450 quote di ingresso per il primo anno.
Le quote previste dal decreto flussi 2026
Per il 2026, il Governo ha distribuito le quote di ingresso in tre grandi categorie:
- 88.000 posti per lavoro stagionale, destinati principalmente ai settori agricolo e turistico.
- 76.200 posti per lavoro subordinato non stagionale, dedicati a vari comparti produttivi.
- 650 posti per lavoro autonomo, per chi esercita un’attività indipendente.
Il decreto flussi prevede ingressi fino 500.000 quote nel triennio 2026-2028.
Decreto flussi 2026 per lavoratori subordinati non stagionali
I datori di lavoro potranno assumere cittadini provenienti da Paesi che hanno firmato accordi di cooperazione con l’Italia, come Albania, Marocco, Egitto, India, Bangladesh, Filippine, Ucraina, Tunisia e altri Stati di Asia, Africa ed Europa orientale.
Le assunzioni potranno avvenire in settori chiave come:
- agricoltura, silvicoltura e pesca
- industria alimentare, tessile e metallurgica
- edilizia e commercio
- turismo, ristorazione e logistica
- sanità, assistenza sociale e servizi alla persona.
Assistenza familiare e lavoro domestico: 13.600 quote dedicate
Il decreto flussi 2026 riserva 13.600 ingressi per lavoratori domestici e assistenti familiari di qualsiasi nazionalità. In questi casi, la retribuzione non potrà essere inferiore a 538,69 euro al mese, come previsto dal contratto collettivo nazionale.
Il datore di lavoro dovrà inoltre dimostrare una capacità reddituale minima di 20.000 euro (se single) o 27.000 euro (se con famiglia). Sono esentati da tale requisito i datori affetti da disabilità o patologie che necessitano di assistenza personale.
Precompilazione e invio delle domande per il decreto flussi 2026
La precompilazione delle domande sarà disponibile dal 23 ottobre al 7 dicembre 2025 sul portale ministeriale dedicato, accessibile tramite SPID o CIE.
Il sistema effettuerà controlli automatici e, in caso di esito positivo, invierà un codice di attivazione per completare la domanda. Sarà poi possibile apportare modifiche dal 9 al 13 dicembre 2025 prima dell’invio ufficiale.
Le date dei click day del decreto flussi 2026
L’invio delle domande potrà avvenire solo nei click day, ovvero le giornate stabilite per ciascun tipo di lavoro:
- 12 gennaio 2026 – ore 9:00 → lavoro stagionale in agricoltura
- 9 febbraio 2026 – ore 9:00 → lavoro stagionale nel turismo
- 16 febbraio 2026 – ore 9:00 → lavoro subordinato non stagionale
- 18 febbraio 2026 – ore 9:00 → settore dell’assistenza familiare
Si tenga presente che il portale per le domande resterà aperto fino al 31 dicembre 2026. Ma il consiglio è quello di farsi trovare pronti al click day in quanto le quote subito vanno ad esaurimento.
Requisiti del datore di lavoro
Per poter presentare domanda, il datore deve:
- disporre di una casella PEC registrata come domicilio digitale, tramite cui riceverà tutte le comunicazioni ufficiali;
- verificare con il Centro per l’Impiego che non siano disponibili lavoratori già presenti in Italia per quella mansione;
- ottenere una dichiarazione di asseverazione da un professionista o un’associazione di categoria, che certifichi la conformità del contratto ai requisiti di legge.
Dopo l’approvazione del nulla osta, il datore dovrà confermare l’assunzione entro 7 giorni per permettere al lavoratore di richiedere il visto.
Una volta ottenuto il visto e arrivato in Italia, il lavoratore dovrà firmare il contratto di soggiorno entro otto giorni. Il datore di lavoro invierà il contratto firmato digitalmente allo Sportello Unico della Prefettura, mentre il lavoratore apporrà la propria firma autografa. Questo passaggio conclude la procedura di ingresso prevista dal decreto flussi 2026.
Decreto flussi 2026: un piano triennale per l’immigrazione regolare
Il decreto flussi 2026 si inserisce nel quadro di una programmazione triennale che punta a regolare in modo trasparente l’immigrazione per motivi di lavoro, rispondendo ai fabbisogni di manodopera nei settori produttivi italiani.
L’obiettivo è favorire ingressi regolari e controllati, sostenendo la crescita di comparti chiave come l’agricoltura, l’edilizia, il turismo e l’assistenza familiare, oggi tra i più carenti di personale.
Riassumendo
- Il decreto flussi 2026 regola ingressi e quote di lavoratori stranieri in Italia.
- Previste 181.450 quote totali tra lavoro stagionale, non stagionale e autonomo.
- 13.600 posti riservati all’assistenza familiare e al lavoro domestico.
- Ulteriori 10.000 ingressi per assistenza a disabili e anziani over 80.
- Domande online dal 23 ottobre al 13 dicembre 2025 tramite portale ministeriale.
- Click day tra gennaio e febbraio 2026, quote esaurite nei primi minuti.