Costo conto corrente dopo inflazione, ecco a quanto sono arrivati i prezzi

Con gli aumenti dovuti all'inflazione spunta anche il nuovo costo del conto corrente. Ecco l'indagine effettuata dagli esperti.
2 anni fa
1 minuto di lettura
nessuna spesa

L’inflazione ha portato a una crisi economica che sta spaventando il paese ormai da mesi. Anche il costo del conto corrente è lievitato, ma non per tutti gli istituti di credito. Spunta un’interessante analisi che confronta i prezzi dello scorso anno paragonati a quelli di oggi. Vediamo come sono cambiate le cose per le banche.

Costo conto corrente, i nuovi prezzi

Interessante analisi arrivata da Il Sole 24 Ore, il quale ha confrontato il costo del conto corrente per capire in che modo l’inflazione sta influendo sui vari istituti di credito e sul portafoglio degli italiani.

Lo studio parte da Unicredit il quale ha aumentato i costi del 7,52% su tutte le sue principali voci. L’aumento è stato comunicato il 18 dicembre scorso con una missiva a tutti i suoi clienti. Ecco la dichiarazione ufficiale rilasciata dall’istituto di credito:

“A seguito della dinamica dei tassi di interesse che ha comportato un ritorno a un valore positivo degli stessi, la banca, come da impegni assunti in precedenza per i clienti che hanno avuto modifiche unilaterali peggiorative in seguito all’andamento dei tassi di mercato, provvederà con decorrenza dal 1° aprile 2023 ad annullare tali maggiorazioni”.

Da queste parole si evince che quindi dal primo aprile le maggiorazioni verranno abolite e i clienti torneranno a pagare il costo del conto corrente come prima dell’inflazione. Discorso diverso invece per Credem, il quale ha azzerato tutti gli aumenti decisi in precedenza unilateralmente. Stesso discorso anche per Bpm che invece provvedere a tale azione ad aprile.

Banche, i prezzi che salgono e scendono

Come abbiamo visto, non tutti quindi hanno optato per un aumento dei propri costi. Ecco altri esempi. Anche Fineco ha deciso di abbassare i costi, ma solo se le condizioni saranno favorevoli. Intesa invece ha optato per un’intervento dettagliato che va ad analizzare le singole voci caso per caso, mentre Bper ha ridotto soltanto il segmento imprese.

Stessa cosa anche per Banco Desio, che è intervenuta sul segmento imprese già lo scorso novembre. Ha inoltre deciso di migliorare le condizioni di tenuta del conto.

Bnl Bnp Paribas aveva in precedenza attivato per le aziende clienti spese forfettarie basate sulla giacenza media. Tale regime è stato abolito, mentre per i clienti privati non è mai stato applicato alcun aumento. Anche Mps e Widiba avevano applicato degli aumenti sul costo del conto corrente. Data la situazione favorevole, però, ora sembrano intenzionate a tornare alle precedenti condizioni contrattuali. Infine, Deutsche Bank ha optato per una maggiorazione escludendo i clienti del segmento private e wealth. Dall’istituto di credito fanno sapere che, qualora il trend dei tassi dovesse confermarsi in rialzo, ritorneranno alle condizioni precedenti.