Il Supporto Formazione e Lavoro è una delle due misure introdotte al posto del Reddito di Cittadinanza. Due misure al posto di una per distinguere la platea dei soggetti a cui dare un sussidio in due grandi fasce. Da una parte i vulnerabili, i fragili o soggetti in difficoltà economica ma non solo. Dall’altra parte invece quelli che pur avendo delle condizioni precarie economicamente, risultano essere attivabili al lavoro. Ma se per i primi l’Assegno di Inclusione ha poco di differente rispetto al Reddito di Cittadinanza, anche come durata dei sussidi, per i secondi le cose cambiano. E dal momento che c’è già chi ha preso tutti i 12 mesi spettanti del Supporto Formazione e Lavoro, adesso cosa si fa?
Cosa fare dopo il Supporto Formazione e Lavoro? Ecco cosa accade dopo 12 mesi
Il Supporto Formazione e Lavoro è un sussidio da 500 euro al mese nel 2025 dopo che nel 2024 è stato erogato ai beneficiari con tagli da 350 euro sempre mensili.
In pratica da gennaio 2025 il Supporto Formazione e Lavoro è passato da 350 euro al mese a 500 euro al mese restando una misura destinata a soggetti che per età e condizioni sono attivabili al lavoro. Come più volte detto, l’Assegno di Inclusione riguarda sostanzialmente la seguente platea di beneficiari:
- minorenni;
- invalidi al 67% o più;
- over 60;
- presi in carico dai servizi sociali o sanitari;
- soggetti con carichi di cura in famiglia.
Per il Supporto Formazione e Lavoro invece la platea dei beneficiari è esattamente quella esclusa dall’Assegno di Inclusione e cioè tutti i soggetti tra i 18 ed i 59 anni di età e privi di invalidità, carichi di cura o prese in carico dai servizi socio/sanitari assistenziali.
Le differenze di platea mettono in risalto una diversa natura tra i due sussidi. Il primo è un vero e proprio sussidio contro la povertà, come lo era il Reddito di Cittadinanza. Il secondo invece è uno strumento di politica attiva sul lavoro. Perché anche se eroga un benefit in danaro, è uno strumento adatto a permettere agli interessati di essere ricollocati al lavoro.
Supporto Formazione e Lavoro, ecco come viene assegnato e che bisogna fare
Il Supporto Formazione e Lavoro viene assegnato ai richiedenti che rientrano nei limiti di reddito ed ISEE prestabiliti e che rientrano nella tipologia di soggetti prima citati. Ma per iniziare ad incassare quanto previsto, è necessario l’avvio di una attività lavorativa di pubblica utilità, magari a carico del proprio Comune di residenza. Oppure è necessaria la partecipazione a corsi e progetti. L’Assegno di Inclusione dura 18 mesi e si rinnova di ulteriori 18 mesi. Invece il Supporto Formazione e Lavoro dura 12 mesi o al più dura fino a quando è attivo il corso che si sta svolgendo. Ma al termine dello stesso nulla più viene erogato.
Proroga possibile, ma condizionata, ecco come funziona la misura dopo i primi 12 mesi di beneficio
Il messaggio INPS numero 765 del 3 marzo 2025 in effetti parla di proroga del Supporto Formazione e Lavoro, ma solo per la fattispecie di situazione prima descritta.
Infatti l’Istituto tramite quella circolare ha fornito i chiarimenti necessari, ma sottolineando come la proroga dopo i primi 12 mesi di fruizione è possibile addirittura per altri 12 mesi, ma solo per chi sta frequentando un corso di formazione non ancora scaduto e quindi che termina dopo i primi 12 mesi di beneficio. In quel caso si possono ottenere fino ad ulteriori 12 mensilità, ma dopo aver aggiornato il Patto di Servizio Personalizzato. E deve essere aggiornato entro i 12 mesi di beneficio già presi. Senza l’aggiornamento del Patto di Servizio Personalizzato entro la dodicesima mensilità, la domanda viene sospesa. E per riattivare il Supporto Formazione e Lavoro l’aggiornamento deve essere registrato entro 90 giorni altrimenti poi viene del tutto revocato.