L’oro punta ormai a superare anche la soglia dei 3.800 dollari per oncia. E pensate che all’inizio dell’anno veniva considerato persino poco sicuro il raggiungimento dei 3.000 dollari. Un boom che si spiega con la volontà del mercato di mettersi al riparo da tensioni e rischi di natura sia geopolitica che finanziaria. A molti sta sfuggendo, però, la corsa dell’argento, per certi versi ancora più clamorosa. Le quotazioni sono salite sopra i 44 dollari l’oncia, avvicinandosi ai massimi storici dei 49 toccati nel 2011. Dall’inizio dell’anno il metallo grigio mette a segno un guadagno del 52%, superiore persino al 43% del metallo giallo.
Rally ininterrotto dalla primavera scorsa
Il rally è iniziato in primavera e da quando l’amministrazione Trump ha annunciato i dazi verso il resto del mondo, appare inarrestabile. E già questo dato possiamo considerarlo anomalo. La corsa dell’argento si spiega in periodi di crescita dell’economia mondiale, dato che il metallo è impiegato nella produzione di diversi beni, tra cui l’elettronica di consumo, i pannelli solari e le batterie delle auto elettriche. L’innalzamento delle barriere tariffarie colpisce il business, per cui avrebbe dovuto far male al silver.
Correlazione con l’oro
La realtà è evidentemente più complessa. Esiste una certa correlazione tra i due principali metalli preziosi. Inevitabilmente, ad un certo punto l’uno trascina l’altro. E il boom dell’oro starebbe sostenendo la corsa dell’argento. Storicamente, superato il rapporto di 80 tra le quotazioni dei due, scatta un segnale di acquisto per l’argento. All’inizio dell’anno, si attestava a 90,50. Adesso, è sceso a 85.
Resta pur sempre alto, ragione per cui il silver potrebbe continuare ad apprezzarsi.
Il taglio dei tassi di interesse negli USA può favorire il prosieguo della corsa per l’argento. Da un lato, sostiene l’oro per i timori sull’inflazione. Dall’altro, funge da stimolo per l’economia, attraverso i consumi e gli investimenti. Ed è anche probabile che il trend recente si spieghi anche con la corsa al riarmo dell’Europa. Il Vecchio Continente intende spendere complessivamente centinaia di miliardi di euro all’anno per potenziare la sua difesa militare. Questa passerà anche per lo sviluppo tecnologico, un fatto che alimenterebbe la domanda di metallo grigio.
Quali rischi per la corsa dell’argento
Può accadere il contrario, tuttavia. Se l’economia mondiale rallenta, la corsa dell’argento può arrestarsi. Lo stesso avverrebbe se le quotazioni auree ripiegassero, magari a seguito del rientro dei timori sopra citati. A quel punto, il silver diverrebbe relativamente più caro e gli investitori inizierebbero a venderlo fino a trovare il giusto equilibrio tra i prezzi.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

