Raddoppiare i giorni di permesso 104 è possibile. Come canta Riccardo Cocciante con il brano Sincerità: “Ho perso tutto lavorando però, ritorno nella tua vita. Nel cielo restano sempre le stelle, vorrei poterti dare tutto di me, i giorni e tutte le notti, polvere, sogni e luci di stelle”.
Proprio come nelle parole della canzone, la gestione del tempo diventa fondamentale, soprattutto per chi assiste un familiare con disabilità.
Molti lavoratori si trovano infatti a fare i conti con esigenze che vanno oltre le tre giornate mensili di permesso previste dalla Legge 104. Proprio per questo motivo è bene sapere che in determinati casi è possibile ottenere più giorni per dedicarsi all’assistenza senza rischiare di perdere, ad esempio, la retribuzione.
Ma come beneficare di tale opportunità e chi ne ha diritto? Entriamo nei dettagli e vediamo come funziona.
Come raddoppiare i giorni di permesso 104 allegando questa richiesta
Raddoppiare i giorni di permesso 104 non è un beneficio automatico, ne quantomeno un sogno irrealizzabile. In alcuni casi, infatti, è possibile passare dai classici tre giorni mensili fino a sei giorni retribuiti, purché si rispettino le condizioni previste dalla legge. La normativa di riferimento è la Legge 104 del 1992, integrata e modificata dal Decreto Legislativo numero 119 del 18 luglio 2011 che ha introdotto nuove regole per agevolare i lavoratori che assistono più familiari con disabilità grave. Entrando nei dettagli, all’articolo 6 si evince che:
All’articolo 33 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 3 è aggiunto, in fine, il seguente periodo:
«Il dipendente ha diritto di prestare assistenza nei confronti di più persone in situazione di handicap grave, a condizione che si tratti del coniuge o di un parente o affine entro il primo grado o entro il secondo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.»
Il raddoppio dei permessi, quindi, è consentito solo quando il lavoratore deve prestare assistenza a più familiari con disabilità grave.
Il decreto legislativo numero 119 del 2011 ha chiarito che, in questi casi, i tre giorni di permesso mensile spettano per ogni persona assistita. Significa, ad esempio, che se un soggetto deve occuparsi sia del padre che della madre, entrambi con riconoscimento di disabilità grave, potrà ottenere tre giorni per ciascuno. Questo per un totale, appunto, di sei giorni mensili.
A tal proposito è importante prestare attenzione, perché l’Inps può verificare che l’assistenza ai familiari non venga prestata nello stesso momento. In altre parole, per ottenere il raddoppio dei giorni di permesso, bisogna dimostrare che ogni familiare assistito richieda un tempo di cura distinto e che le giornate richieste non si sovrappongano. Per questo motivo è necessario allegare una dichiarazione sostitutiva in cui si spiega la situazione, specificando che l’assistenza viene fornita separatamente per ciascun familiare.
Chi ne ha diritto e come farne richiesta
Il diritto a richiedere il raddoppio dei giorni di permesso 104 spetta a chi presta assistenza al coniuge, ai figli o ai genitori.
Qualora queste figure non siano presenti, siano over 65 anni, decedute, mancanti o invalidi, il beneficio può essere esteso anche ad altri familiari, come fratelli, sorelle, nonni, suoceri e nipoti.
Per ottenere il raddoppio dei giorni di permesso 104 occorre presentare due domande distinte all’Inps, ovvero una per ogni familiare a cui si deve prestare assistenza. La procedura può essere effettuata online tramite il portale dell’Inps, accedendo con SPID, CIE o CNS.
In alternativa è possibile avanzare richiesta tramite contact center oppure rivolgendosi a un patronato. Alla domanda devono essere allegati il verbale che certifica lo stato di disabilità grave per ciascun familiare, una dichiarazione sostitutiva che attesti la necessità di assistenza separata ed eventuali documenti richiesti dall’Inps. Una volta esaminata la richiesta, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale provvederà ad inviare l’esito.
Caso particolare: il caregiver disabile
Un aspetto interessante riguarda la figura del disabile che può essere caregiver. Ovvero lavoratori che, pur essendo loro stessi disabili, assistono un familiare non autosufficiente. Anche in questa situazione è possibile ottenere fino a sei giorni di permesso mensile, purché un medico certifichi che il richiedente sia in grado di prestare assistenza. Entrando nei dettagli, come si evince dalla circolare Inps numero 53 del 29 aprile 2008:
“Sempre nell’ottica di garantire il pieno godimento dei benefici previsti dall’attuale normativa, si ritiene che il lavoratore con disabilità grave, che già beneficia dei permessi ex lege 104/92 per se stesso, possa anche cumulare il godimento dei tre giorni di permesso mensile per assistere un proprio familiare con handicap grave, senza che debba essere acquisito alcun parere medico legale sulla capacità del lavoratore di soddisfare le necessità assistenziali del familiare anch’esso in condizioni di disabilità grave”.
La possibilità di cumulare i permessi consente di conciliare al meglio le proprie esigenze di salute con quelle del familiare da assistere. Evitando così di dover rinunciare a un diritto fondamentale. In ogni caso è fondamentale ricordare che l’Inps può effettuare controlli sulla reale necessità dell’assistenza, verificando la documentazione presentata e la corretta gestione delle giornate richieste.
Per questo motivo è sempre consigliabile allegare tutta la documentazione aggiornata. E, in caso di dubbi, rivolgersi a un patronato o a un consulente del lavoro per ricevere supporto nella compilazione delle domande.