Canone RAI in Bolletta: violazioni costituzionali e ingiustizie

Nonostante l’ammonimento dell’Europa il canone RAI nella bolletta continua ad essere situazione controversa e anticostituzionale
5 mesi fa
3 minuti di lettura
Canone RAI
Foto © Licenza Creative Commons

Il canone RAI è una tassa annuale che i cittadini italiani devono pagare per il possesso di un televisore. Tradizionalmente, questa tassa veniva pagata separatamente, ma dal 2016, il governo italiano ha deciso di includerla nella bolletta dell’elettricità. Questa decisione ha scatenato un acceso dibattito e ha sollevato preoccupazioni riguardo alla costituzionalità di questa misura, fino all’ammonimento dell’Unione Europea.

Le critiche principali riguardano la violazione del principio di riserva di legge, la mancanza di trasparenza fiscale, le disparità create, i problemi di gestione e riscossione, le possibili violazioni della privacy e le questioni giuridiche più ampie.

La misura ha suscitato un ampio dibattito e continua a essere oggetto di contestazione e di discussione.

Per risolvere queste problematiche, sarebbe necessario un intervento legislativo che ripristini la trasparenza e l’equità nella riscossione della tassa, rispettando i principi costituzionali e garantendo un trattamento equo per tutti i cittadini italiani.

Canone RAI in bolletta: manca una legge

Uno dei principali argomenti contro l’inclusione del canone RAI nella bolletta elettrica riguarda la violazione del principio di riserva di legge, sancito dall’articolo 23 della Costituzione italiana. Questo articolo stabilisce che nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base a una legge.

Secondo i critici, l’inserimento del canone RAI nella bolletta elettrica configura una prestazione patrimoniale che non è stata adeguatamente regolamentata da una legge specifica, ma piuttosto da un atto amministrativo.

L’inclusione del canone RAI nella bolletta elettrica solleva anche questioni di trasparenza fiscale. L’articolo 53 della Costituzione italiana afferma che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

L’aggregazione del canone con la bolletta elettrica può essere vista come una mancanza di chiarezza nei confronti dei contribuenti, che potrebbero non essere pienamente consapevoli del costo aggiuntivo che stanno pagando.

La trasparenza fiscale è fondamentale per mantenere un rapporto di fiducia tra i cittadini e lo Stato, e il modo in cui il canone è stato inserito nelle bollette potrebbe minare questa fiducia.

Disparità e ineguaglianze

Un’altra critica riguarda le disparità create da questa misura. Non tutte le famiglie italiane possiedono un televisore, ma l’addebito del canone sulla bolletta elettrica presuppone che ogni abitazione dotata di elettricità ne possieda uno. Questo crea una situazione in cui alcune famiglie pagano per un servizio che non utilizzano, violando il principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione italiana.

Detto articolo dichiara che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di condizioni personali e sociali.

Anche se il legislatore prevede la possibilità, per chi non possiede alcuna TV, di inviare dichiarazione sostitutiva di non detenzione TV. In questo modo si riesce a ottenere l’esenzione canone RAI, ossia il non addebito in bolletta.

Previsti anche specifici casi di esonero. Come, ad esempio, dietro apposita domanda, l’esenzione canone RAI anziani over 75enni.

Problemi di gestione e riscossione

L’inserimento del canone RAI nella bolletta elettrica ha anche generato problemi pratici di gestione e riscossione. Le compagnie elettriche sono diventate agenti di riscossione per conto dello Stato, un ruolo che non rientra nelle loro competenze principali.

Questo ha portato a complicazioni amministrative e costi aggiuntivi per le aziende energetiche, che devono gestire e riscuotere una tassa non correlata al loro servizio principale. Detto compito aggiuntivo potrebbe distogliere risorse da altre attività cruciali per l’azienda e, in ultima analisi, influire sulla qualità del servizio fornito ai clienti.

Canone RAI in bolletta: possibili violazioni privacy

Un altro aspetto critico riguarda la privacy dei cittadini. L’addebito automatico del canone RAI sulla bolletta elettrica implica una condivisione di dati personali tra le compagnie elettriche e lo Stato.

Ciò, continua, a sollevare preoccupazioni riguardo alla protezione dei dati personali e alla possibile violazione del diritto alla privacy, tutelato dall’articolo 13 della Costituzione italiana. La gestione dei dati personali deve avvenire nel rispetto della legge e della volontà dei cittadini, e questa misura potrebbe essere vista come una violazione di questi principi.

Questioni giuridiche e legali

Diversi giuristi hanno sollevato dubbi sulla legittimità costituzionale della misura, sostenendo che essa possa violare anche altri principi costituzionali, come quello della proporzionalità e della ragionevolezza.

In particolare, l’inclusione del canone nella bolletta potrebbe essere vista come una misura eccessiva e sproporzionata rispetto all’obiettivo di garantire il finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo. Le alternative meno invasive, come una riscossione separata e trasparente del canone, potrebbero essere più in linea con i principi costituzionali.

In discussione anche il presupposto, ossia il possesso di qualsiasi apparecchio atto a ricevere i canali TV. Di recente, alcuni contribuenti hanno, ad esempio, segnalato di aver ricevuto lettere in cui si chiede il canone RAI sul tablet aziendale.

Canone RAI in bolletta: reazioni della popolazione e degli esperti

La misura ha incontrato resistenze non solo da parte dei cittadini, ma anche di numerosi esperti e organizzazioni. Diversi movimenti di consumatori e associazioni hanno avviato campagne per l’abolizione del canone in bolletta, sostenendo che esso rappresenti un onere ingiusto e anticostituzionale per molte famiglie.

La pressione popolare ha portato alla presentazione di diverse proposte legislative volte a modificare o abolire questa misura, ma finora senza successo.

Siamo, tuttavia, ben lontani dall’abolizione della tassa sulla TV, che dal 2024, per quella privata è pari a 70 euro annui (rispetto ai 90 euro precedenti). Ben di più, invece, il canone RAI speciale, ossia quello dovuto da bar, ristoranti e altri locali aperti al pubblico.

Riassumendo…

  • Violazione del Principio di Riserva di Legge: Il canone non è regolamentato da una legge specifica.
  • Trasparenza Fiscale: La tassa inclusa nella bolletta elettrica manca di chiarezza per i contribuenti.
  • Disparità e Ineguaglianze: Alcune famiglie pagano per un servizio che non utilizzano.
  • Gestione e Riscossione: Le compagnie elettriche gestiscono una tassa non correlata al loro servizio principale.
  • Privacy: La condivisione dei dati personali solleva preoccupazioni sulla protezione della privacy.
  • Legittimità Giuridica: La misura è considerata sproporzionata e contro i principi costituzionali.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.