Risale a tre mesi fa l’emissione del nuovo BTp a 30 anni (ISIN: IT0005668238). Il bond attrasse ordini per quasi 108 miliardi di euro contro un’offerta di appena 5 miliardi. Da allora i rendimenti a lunga scadenza sono un po’ scesi, tant’è che proprio in quei giorni avevano raggiunto il picco sui timori per inflazione e situazione geopolitica. Per i possessori del BTp 1 ottobre 2055 i guadagni hanno superato anche ampiamente il 5% e al netto delle imposte.
Quotazione in forte rialzo dall’emissione
Ieri, il titolo scambiava sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana a circa 104,70, pur in deciso calo dalla quotazione di 105,73 al termine della seduta precedente.
Il massimo lo aveva toccato ad ottobre a 106,70. Nel frattempo, l’obbligazionista si è goduto la cedola pro-rata del 4,65% annuale, distribuita ogni sei mesi. All’1 ottobre scorso gli è già stata pagata per circa lo 0,28% e in relazione ai primi 22 giorni di possesso. Nel caso abbia rivenduto il BTp 2055 dopo neppure tre mesi dalla data ufficiale di emissione, ha riportato guadagni netti all’incirca del 5,50% tra cedola e plusvalenza.
Numeri a conferma dell’elevato appeal speculativo dei bond a lunga scadenza. Con una duration di 15,99, il BTp 2055 offre ulteriori prospettive di guadagni nel caso in cui il rendimento sottostante scendesse ancora. Ieri, si attestava al 4,37% contro il 4,73% dell’emissione. Interessante la cedola effettiva netta, data dal rapporto tra cedola netta e quotazione di mercato: 3,89%. Scontando un’inflazione di lungo periodo in linea con il target del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea, avremmo un risultato ampiamente positivo.
Guadagni con BTp 2055, ma anche rischi elevati
E c’è da dire che le attuali aspettative d’inflazione in Italia risultano molto inferiori al 2% per i prossimi anni.
Se confermate, i guadagni reali del BTp 2055 si rivelerebbero anche decisamente superiori al 2%. Un esito molto favorevole all’obbligazionista, trattandosi di un titolo di stato con rischio di credito prossimo allo zero. Il rischio più generale dell’investimento, invece, risiede nell’elevata durata del bond. Essa fa sì che le variazioni dei prezzi siano elevate al variare del rendimento. E se, anziché scendere, tornasse a salire, andremmo incontro a una fase anche molto negativa per le quotazioni.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

