Nei mesi immediatamente precedenti all’inizio della pandemia, il Tesoro emise i primi BTp in dollari dopo quasi un decennio. Coloro che investono spesso sul mercato sovrano, sapranno che esistono diverse scadenze denominate nella valuta americana. Tra queste vi è quella del 17 ottobre 2029 e che offre cedola annuale lorda del 2,875% con corresponsione semestrale (ISIN: US465410BY32). Presenta ora una durata residua di 4 anni, ma al debutto fu un decennale.
BTp in dollari a premio quasi azzerato sul Treasury
Quando acquisti un BTp in dollari, ti esponi sostanzialmente allo stesso rischio sovrano esistente per i titoli in euro. A rigore, tuttavia, una parte sempre più striminzita del mercato ritiene che il rischio assunto non sia perfettamente uguale.
Stando all’informale “lex monetae”, se lo stato italiano dichiarasse default, improbabile che denominerebbe il debito contratto in dollari dopo essere tornato alla moneta nazionale. Nei periodi di sfiducia crescente riguardo il nostro debito, ciò si evidenziava nei CDS. Sono i titoli che proteggono il capitale dal rischio di default. Quelli emessi nel 2003 non prevedevano la possibilità di conversione dei titoli in un’altra valuta, a differenza dei CDS emessi dal 2013 e a seguito della riforma voluta dall’UE. I primi hanno avuto in passato la tendenza a costare un po’ di più dei secondi, implicando un maggiore rischio.
Comunque sia, in tempi di spread a 80 punti base con i Bund, questo discorso sembra alle spalle. Si spera, definitivamente. Lo spread tra BTp in dollari e Treasury a 10 anni all’emissione fu nell’ordine dei 125 punti base. Offrimmo agli investitori l’1,25% in più dell’omologa scadenza a stelle e strisce.
Oggi, il premio sul Treasury a 4 anni (tanta è la durata residua) risulta all’incirca di 25 punti base o 0,25%. In pratica, lo spread è crollato anche con i titoli di stato americani. C’entra anche la divergenza monetaria di questa fase tra Federal Reserve e Banca Centrale Europea.
Calcolo del rendimento effettivo
Cerchiamo di calcolare il rendimento effettivo del BTp in dollari, tenuto conto dell’inevitabile effetto cambio. Nell’ottobre del 2019 l’emissione avvenne a 99,09 centesimi e allora il cambio euro-dollaro si aggirava a 1,11. L’investimento per un lotto minimo di 200.000 dollari sarebbe stato di 178.540 euro. Se oggi rivendessimo tale titolo, ce lo pagherebbero a 95,70 centesimi e con un cambio di 1,15. Incasseremmo, quindi, 166.435 euro. E’ di tutta evidenza che riporteremmo una perdita in conto capitale.
Cedole semestrali in euro
Prima di tirare le somme, però, dobbiamo considerare le cedole semestrali finora incassate, incluso il rateo attivo dall’ultima data di pagamento di aprile. Ecco la seguente tabella in cui compaiono i tassi di cambio ad ogni stacco e la conversione in euro:
- cambio 1,09: 2.875 usd = 2.638 euro
- cambio 1,17: 2.875 usd = 2.457 euro
- cambio 1,20: 2.875 usd = 2.396 euro
- cambio 1,16: 2.875 usd = 2.478 euro
- cambio 1,08: 2.875 usd = 2.662 euro
- cambio 0,97: 2.875 usd = 2.964 euro
- cambio 1,11: 2.875 usd = 2.590 euro
- cambio 1,05: 2.875 usd = 2.738 euro
- cambio 1,07: 2.875 usd = 2.687 euro
- cambio 1,08: 2.875 usd = 2.662 euro
- cambio 1,14: 2.875 usd = 2.522 euro
- cambio 1,15: rateo 1.725 usd = 1.500 euro
- TOTALE: 30.294 euro
Bilancio del BTp in dollari
Sommando l’incasso delle cedole per complessivi 30.294 euro, otteniamo un totale di 196.729 euro. Questa è la somma che avremmo oggi tra capitale e interessi. Rispetto alla somma investita, avremmo ottenuto un guadagno lordo di poco superiore al 10%. Peccato che nel frattempo l’inflazione italiana sia stata del 18,5%.
Lo dicono le fonti ISTAT. Questo ci porta a concludere che il BTp in dollari avrebbe esitato ad oggi un rendimento effettivo reale del -8%.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
