Bonus ristrutturazione: quando deve essere restituito

Se è stato richiesto anche il bonus mobili, la riprese a tassazione riguarda la detrazione totale.
4 anni fa
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Bonus ristrutturazione 50%, se non sarà prorogato: scomparirà per sempre?

Colui che intende beneficare della detrazione per lavori di ristrutturazione deve porre in atto specifici adempimenti. Ad esempio i pagamenti devono essere effettuati con bonifico parlante che permette alla banca di effettuare la ritenuta dell’8% in capo all’impresa che beneficia del versamento. Ancora, è necessario conservare la copia dei bonifici nonchè le fatture dei lavori per i quali si richiede la detrazione. Laddove tali e altri adempimenti non siano correttamente rispettati, l’Agenzia delle entrate, in seguito a controllo, potrebbe procedere al recupero di quanto illegittimamente detratto.

 Noi di InvestireOggi ti spieghiamo in quali casi l’Agenzia delle entrate potrebbe procedere al recupero della detrazione con conseguenze obbligo di restituire anche il bonus mobili.

La detrazione per lavori di ristrutturazione

La detrazione per lavori di ristrutturazione è prevista dall’art.16-bis del DPR 917/86, (TUIR).

Il beneficio fiscale  opera di norma al 36% su una spesa max di 48.000 euro. Di anno in anno viene prorogata la maggiore aliquota del 50% e la spesa max detraibile innalzata a 96.000 euro. La Legge di bilancio 2021 ha prorogato il bonus rafforzato anche per il 2021.

Rimangono agevolati gli interventi quali:

  • manutenzione ordinaria;
  • manutenzione straordinaria;
  • restauro e risanamento conservativo;
  • ristrutturazione edilizia.

Nel linguaggio comune si utilizza spesso il termine di lavori ristrutturazione anche quando si parla di altri interventi ammessi alla detrazione del 50%.

I lavori possono essere effettuati sia su parti comuni condominiali sia sulle singole unità abitative. Attenzione la manutenzione ordinaria è agevolata solo se riguarda le parti comuni di edifici condominiali. Ad esempio, ci riferiamo a lavori quali

le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici, quelle necessarie a integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti, la sostituzione di pavimenti, infissi e serramenti, la tinteggiatura di pareti, soffitti, infissi interni ed esterni, il rifacimento di intonaci interni, l’impermeabilizzazione di tetti e terrazze, la verniciatura delle porte dei garage (fonte guida Agenzia delle entrate).

In tuti i casi la detrazione è fruibile in dichiarazione dei redditi in 10 quote annuali di pari importo.

Per le spese 2020 e 2021, è possibile optare per la cessione della detrazione o per lo sconto in fattura. Lo sconto in fattura, anche solo parziale, ,  necessità sempre del consenso del fornitore che esegue i lavori detraibili.

La detrazione per lavori di ristrutturazione: la documentazione da conservare

Oltre a conservare le fatture e i bonifici relativi ai pagamenti per i quali si richiede la detrazione, il contribuente deve essere in possesso di:

  • domanda di accatastamento, se l’immobile non è ancora censito;
  • ricevute di pagamento dell’imposta comunale (Imu), se dovuta;
  • delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori e tabella millesimale di ripartizione delle spese, per gli interventi sulle parti condominiali;
  • dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori del possessore dell’immobile, per gli interventi effettuati dal detentore dell’immobile, se
  • diverso dai familiari conviventi;
  • abilitazioni amministrative richieste dalla vigente legislazione edilizia in relazione alla tipologia di lavori da realizzare (concessioni, autorizzazioni, eccetera) o, se la normativa non prevede alcun titolo abilitativo, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà in cui indicare la data di inizio dei lavori e attestare che gli interventi realizzati rientrano tra quelli agevolabili.

Tale documentazione stata individuata dall’Agenzia delle entrate con il provvedimento del 2 novembre 2011.

Bonus ristrutturazione: la restituzione

Considerato quanto detto finora, il bonus ristrutturazioni deve essere restituito quando, in sede di controllo: (Fonte guida Agenzia delle entrate):

  • si rileva che il pagamento non è stato eseguito tramite bonifico bancario o postale o è stato effettuato un bonifico che non riporti le indicazioni richieste ossia  non è stato utilizzato il il c.d bonifico parlante (con indicazione della normativa della detrazione, del codice fiscale del beneficiario della detrazione, partita iva o codice fiscale del beneficiario della prestazione);
  • non sono esibite le fatture che dimostrano le spese effettuate;
  • non è esibita la ricevuta del bonifico o questa è intestata a persona diversa da quella che richiede la detrazione;
  • le opere edilizie eseguite non rispettano le norme urbanistiche ed edilizie comunali;
  • si attesta la violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e quelle relative agli obblighi contributivi. Per queste violazioni il contribuente non perde l’agevolazione se è in possesso di una dichiarazione della ditta esecutrice dei lavori (resa ai sensi del Dpr 445/2000) che attesta l’osservanza delle suddette norme.

Circa il pagamento tramite bonifico è da precisare che il fatto che non si ricorra al bonifico parlante potrebbe non escludere la detrazione.

In tali casi, è necessario che l’impresa beneficiaria del pagamento attesti che con dichiarazione sostitutiva di atto notorio:

  1. di aver ricevuto le somme e
  2. di averle incluse nella propria contabilità d’impresa.

Tale indicazione operativa è contenuta nella circolare, Agenzia delle entrate, n°43/e 2016.

La restituzione del bonus mobili insieme al bonus ristrutturazione

Se l’Agenzia delle entrate riprende a tassazione il bonus ristrutturazione indebitamente fruito e il contribuente oggetto di accertamento aveva richiesto il bonus mobili, anche quest’ultimo viene perso. Questo perchè il bonus mobili è direttamente collegato alla detrazione per lavori di recupero del patrimonio edilizio. Infatti,  se eseguo tale tipologia di lavori, ho diritto ad un’ulteriore detrazione del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici da destinare all’immobile oggetto dei lavori.

Ad esempio,  sono lavori che danno diritto al bonus mobili:

  • l’installazione di ascensori e scale di sicurezza;
  • la realizzazione dei servizi igienici;
  • sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia di infisso;
  • il rifacimento di scale e rampe;
  • la realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate;
  • la costruzione di scale interne
  • ecc.

Il bonus mobili è stato oggetto di proroga nella Legge di bilancio 2021 che ha innalzato d 10.000 a 16.00 euro la spesa max detraibile.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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