BFP a 3 anni Plus, tassazione 12,50%. Quanto rendono al netto?

I Buoni Fruttiferi Postali a 3 anni Plus sono tassati al 12,50%. Ma non è solo questo il vantaggio del risparmio postale rispetto ai titoli di stato
8 anni fa
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Prosegue la campagna di sottoscrizione dei nuovi Buoni Fruttiferi Postali Plus a 3 anni. Poste Italiane, soggetto incaricato di vendere per conto di Cassa Depositi e Prestiti i nuovi BFP, fa sapere che le richieste stanno andando a gonfie vele e l’offerta potrebbe concludersi a breve. Del resto, il rendimento offerto a scadenza, batte quello dei titoli di stato ed è più conveniente, sotto diversi aspetti, che lasciare i soldi parcheggiati sul conto corrente.

 

BFP a 3 anni Plus rappresentano infatti la soluzione ideale per investire nel medio periodo i propri risparmi in tutta sicurezza.

A fronte di un vincolo di durata pari a 3 anni, i BFP a 3 anni Plus assicurano, oltre al rimborso del capitale investito, al netto di eventuali oneri fiscali, un rendimento certo superiore rispetto ai tradizionali Buoni a tasso fisso per pari durata. Possono essere rimborsati anticipatamente in qualsiasi momento con diritto alla restituzione del capitale investito, al netto di eventuali oneri fiscali. Gli interessi maturati vengono riconosciuti solo in caso di rimborso a scadenza.

 

Buoni Fruttiferi Postali: tassazione agevolata al 12,50%

 

Uno dei vantaggi dei BFP a 3 anni è l’imposta sostitutiva agevolata al 12,50%, al pari dei titoli di stato. Fatti i dovuti calcoli, il BFP, dopo 3 anni, renderà 0,70% lordo che corrisponde a 0,6125 netto. Il rendimento è certo, come recita il prospetto informativo, a meno che lì investitore non decida di svincolare le somme investite prima della scadenza. In questo caso non verrebbero corrisposti interessi. Il capitale non sarà però intaccato. Quindi, posto che un risparmiatore investa 1.000 euro in BFP a 3 anni Plus e dopo 1 anno lo voglia ritirare, rientrerà in possesso di 1.000 euro esatti senza percepire interessi per il periodo trascorso. Questo si spiega anche col fatto che i titoli di stato, Bot e CTZ, fruttano interessi negativi, per cui il denaro dato in gestione alle Poste attraverso i BFP resta comunque salvaguardato.

Diversamente, se il risparmiatore portasse a scadenza il Buono al termine dei tre anni percepirebbe interessi pari a 0,70% lordi, il che lo pone al riparo di ulteriori abbassamenti del costo del denaro nel tempo. Viceversa, se i tassi d’interesse dovessero tornare a salire e diventasse più conveniente investire in Bot piuttosto che CTZ, il capitale potrà essere disinvestito in qualsiasi momento senza incorrere in perdite.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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