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Oggi: 05 Dic, 2025

Banche, debitori insolventi: vi sveliamo il trucco della lista di “proscrizione”

La pubblicazione della lista dei primi 100 debitori insolventi delle banche salvate dallo stato è un modo per allontanare sospetti e responsabilità dai banchieri compiacenti. Ecco perché non ci convince.
9 anni fa
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La pubblicazione della lista dei primi 100 debitori insolventi delle banche salvate dallo stato è un modo per allontanare sospetti e responsabilità dai banchieri compiacenti. Ecco perché non ci convince.

 

 

E’ il capitalismo da salotto che non va

In queste settimane, il caso eclatante di quanto stiamo scrivendo lo offrono Unicredit e Intesa-Sanpaolo, che in qualità di soci e creditori, hanno prestato ad Alitalia altri 180 milioni di euro per evitarne il fallimento. Ora, è da otto anni che la compagnia aerea va avanti a colpi di liquidità delle banche italiane, pur chiudendo ogni esercizio in perdita e non intravedendosi alcuna prospettiva industriale seria. E’ mai possibile che i soldi vi siano per questi carrozzoni e manchino per il povero Cristo, che voglia magari farsi finanziare l’acquisto di un macchinario o espandere un capannone? E se Alitalia fallisse un giorno o non fosse in grado di restituire il prestito, le banche creditrici potrebbero tirarsi fuori dalle polemiche, pubblicandone il nome e dichiarandosi non responsabili dell’accaduto? (Leggi anche: Crisi Alitalia, cosa insegna il fallimento dei capitani coraggiosi a MPS)

Il problema dei problemi per le banche italiane, ma non solo, è quel capitalismo relazionale, che fa in modo che il denaro e gli investimenti circolino sempre all’interno di un salotto sempre più ristretto e squattrinato, in cui creditore e debitore sono legati da rapporti di amicizia atavica o da affari opachi, che spesso s’inquadrano in logiche al di sopra di semplici operazioni di mercato.

Si pubblichino pure le liste di proscrizione per inveire contro questo o quel debitore, ma nessuno speri così di de-responsabilizzare di un solo millesimo l’operato grave e in qualche caso forse persino in contrasto con le leggi di svariati banchieri italiani, che in molte occasioni hanno risposto più alle necessità personali o politiche dell’azionista di riferimento, che non all’interesse dell’istituto del quale dipendevano.

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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