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Oggi: 05 Dic, 2025

Banche, debitori insolventi: vi sveliamo il trucco della lista di “proscrizione”

La pubblicazione della lista dei primi 100 debitori insolventi delle banche salvate dallo stato è un modo per allontanare sospetti e responsabilità dai banchieri compiacenti. Ecco perché non ci convince.
9 anni fa
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La pubblicazione della lista dei primi 100 debitori insolventi delle banche salvate dallo stato è un modo per allontanare sospetti e responsabilità dai banchieri compiacenti. Ecco perché non ci convince.

 

 

Assolvere i banchieri e incolpare solo i debitori

L’80% delle sofferenze lorde italiane, ovvero dei crediti quasi perduti, è concentrato nelle mani del primo 10% dei clienti delle banche, ovvero di chi ha ricevuto di più. Nel caso di MPS, il 70% delle insolvenze è relativo a 9.300 prestiti di importo superiore a 500.000 euro. In altre parole, sono le società di maggiori dimensioni ad avere provocato il quasi crac di Siena.

E allora Patuelli ha preso un abbaglio? Non di certo. In qualità di rappresentante delle banche, è suo dovere tutelarne anche gli amministratori, i banchieri. E la proposta di pubblicare la lista dei primi 100 debitori insolventi di ogni banca sottoposta a salvataggio pubblico avrebbe una doppia finalità: attirare l’attenzione dei media e la rabbia popolare su chi non ha restituito il denaro agli istituti di credito e allontanare le nubi sull’operato dei banchieri.

(Leggi anche: Salvataggio MPS per pagare i debiti opachi di pochi amici)

Prestiti sempre disponibili per gli amici

Che la proposta sia in sé stucchevole è evidente: se è vero che un nucleo relativamente piccolo di clienti abbia mandato a gambe per aria MPS, il problema è in gran parte legato al fatto che qualcuno in quella banca i soldi li ha loro prestati, pur in assenza dei requisiti e/o di una politica del credito prudente. Se Tizio si è rivelato un cliente inaffidabile, siamo davvero sicuri che non vi fosse alcun modo di prevederlo e che dietro agli sportelli della banca non vi sia stata una certa compiacenza, magari trattandosi del solito “amico o amico degli amici”?

E’ mai possibile che la banca pretenda quasi l’esame del DNA a chi richiede un mutuo anche solo di 50 o 100.000 euro, ma non riesca a tutelarsi dinnanzi alle grandi esposizioni? Di chi è veramente la colpa, di chi ha ricevuto il denaro per operazioni anche poco credibili o di chi glielo ha concesso, confidando che in Italia, se le cose si mettono male, i cordoni della borsa si chiudono sempre verso famiglie e piccoli imprenditori, ma mai verso gli amici? (Leggi anche: Sofferenze bancarie e il grande inganno a carico dei contribuenti)

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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