Il costo di un lavoratore domestico, soprattutto se si tratta di una badante, è ben più alto del semplice stipendio che viene erogato ogni mese. E se per la badante la rivalutazione dello stipendio è positiva, perché porta un piccolo aumento — spesso però irrisorio — per la famiglia che assume rappresenta invece una spesa aggiuntiva da sostenere.
Infatti, se aumenta lo stipendio, aumentano anche i contributi. E nel costo complessivo di una badante, oltre allo stipendio, vanno considerati altre voci di spesa: vitto, alloggio, tredicesima, TFR, straordinari e contributi previdenziali. Questi ultimi, pur avendo cadenza trimestrale, sono tra le voci più pesanti del costo del lavoro domestico.
Badanti, stipendio e contributi: ecco regole, importi e diritti
A gennaio 2025 il costo della vita, con il relativo tasso di inflazione, è salito dello 0,8%. In questa fase si applica il tasso di rivalutazione previsionale, certificato dall’ISTAT sui primi tre trimestri dell’anno. Successivamente si passa al tasso definitivo, che per il 2024 si è assestato all’1%.
Questo valore incide sia sullo stipendio che su tutti i costi aggiuntivi della badante. Costi obbligatori per chi intende mantenere il rapporto di lavoro in regola, a partire dai contributi previdenziali.
Attenti al livello di assunzione, cambiano anche i costi
In linea generale, una badante deve essere assunta al livello CS, perché ogni altra formula non rende regolare il rapporto di lavoro. Secondo il CCNL e le tabelle retributive attuali, una badante convivente assunta a livello CS deve percepire uno stipendio mensile minimo di 1.137,86 euro.
Nonostante ciò, molte famiglie scelgono di assumere a un livello diverso per risparmiare. Ad esempio, con l’assunzione al livello BS, lo stipendio non può essere inferiore a 1.003,99 euro al mese.
Tuttavia, il livello BS è previsto per dame di compagnia o baby sitter, cioè lavoratori che assistono persone autosufficienti. Al contrario, una badante che assiste persone non autosufficienti deve obbligatoriamente essere assunta a livello CS.
Badanti, stipendio e contributi: le voci di spesa maggiori per le famiglie
Ogni anno, oltre agli stipendi minimi, aumentano anche i contributi previdenziali da versare. L’INPS, con la circolare n. 29 del 30 gennaio 2025, ha aggiornato i valori di riferimento.
Negli altri settori i contributi si calcolano in percentuale sullo stipendio, con un’aliquota del 33%. Nel lavoro domestico, invece, i contributi sono forfettari, calcolati in modo convenzionale e diversi a seconda che l’orario sia fino a 24 ore settimanali o oltre le 24 ore.
In generale, l’aliquota è pari al 17,43%, ma per chi lavora più di 24 ore settimanali si applica una misura convenzionale: 1,30 euro per ogni ora di lavoro.
Ciò significa che, con un contratto da 40 ore a settimana, una badante costa 52 euro di contributi a settimana, oltre allo stipendio e a tutte le altre voci accessorie.