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Oggi: 05 Dic, 2025

Assegno Unico e Universale genitori separati: ecco a chi spetta la parte più grossa

Ecco quando un giudice può decidere di suddividere in misura diversa dal solito l'Assegno unico e Universale sui figli a carico.
3 mesi fa
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assegno unico e universale figli
Foto © Investireoggi

L’Assegno Unico e Universale per i figli a carico fino a 21 anni non compiuti è una misura che coinvolge un numero elevatissimo di famiglie. Avendo sostituito detrazioni, assegni familiari, bonus bebè e gran parte delle altre misure di welfare per le famiglie, rappresenta oggi uno strumento di interesse comune. Non mancano, tuttavia, casi particolari che accompagnano l’Assegno Unico.

In particolare, ciò avviene nel caso di genitori separati o divorziati. L’Assegno Unico può infatti essere corrisposto interamente a uno dei due genitori, diviso in parti uguali, oppure, se il figlio è maggiorenne, erogato direttamente a lui. Ma esiste anche un caso assai particolare: può accadere che l’Assegno Unico non venga diviso a metà, né percepito al 100% da un solo genitore.

È possibile infatti arrivare a una ripartizione differente, con uno dei due che riceve una quota più consistente rispetto all’altro.

Assegno Unico e Universale genitori separati: ecco a chi spetta la parte più grossa

In una famiglia con genitori uniti, la gestione dell’Assegno Unico è semplice: si sceglie se farlo corrispondere a uno dei due al 100%, indicandolo nella domanda sul sito dell’INPS, oppure se suddividerlo al 50% tra entrambi.

Chi compila la domanda online avrà notato che un genitore può anche intervenire sulla richiesta presentata dall’altro. A livello normativo, infatti, nulla vieta di rivendicare il proprio 50% tramite la funzione “Controlla la domanda presentata dall’altro genitore”, disponibile nell’area riservata INPS.

Tuttavia, recentemente alcuni giudici sono intervenuti nei contenziosi tra ex coniugi, portando in primo piano l’Assegno Unico. In questi casi, è prevista una ripartizione diversa da quella indicata dalla normativa, aprendo la strada a scenari prima ritenuti impossibili.

Una cosa sono le regole, un’altra la loro interpretazione: il ruolo dei giudici

Le regole sono scritte dal legislatore e l’INPS le applica fedelmente. Ma i giudici, grazie al loro potere decisionale, possono cambiare l’interpretazione delle norme in casi specifici, creando precedenti che possono poi essere utilizzati da altri genitori per rivendicare lo stesso diritto.

Proprio in questa direzione va la sentenza n. 223/2024 del Tribunale di Fermo, emessa il 10 dicembre 2024. Per la prima volta, si è parlato di una ripartizione personalizzata dell’Assegno Unico, superando la rigida divisione a metà o l’erogazione totale a un solo genitore.

Assegno Unico e Universale: a un genitore la fetta più grossa, ecco perché

Nei casi di separazione o divorzio con affidamento condiviso, la regola generale prevede la divisione al 50%. In caso di affido esclusivo, invece, l’Assegno Unico spetta interamente al genitore affidatario.

La sentenza di Fermo ha però introdotto una novità significativa: l’Assegno Unico è stato diviso in modo non paritario, assegnando 2/3 al genitore convivente con il figlio e solo 1/3 all’altro genitore. Il criterio seguito ha considerato il tenore di vita, le condizioni economiche e la situazione patrimoniale delle due parti.

Questo significa che, in piena autonomia decisionale, un giudice può stabilire una ripartizione diversa dal classico 50 e 50, riconoscendo la quota maggiore al genitore che sostiene più concretamente le spese quotidiane del figlio.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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