Assegno sociale a 67 anni, senza pensione cosa succede a chi prende l’Assegno di Inclusione?

Quando si arriva all'età pensionabile di 67 anni si può chiedere l'Assegno Sociale, ma se si prende già l'Assegno di inclusione cosa accade?
2 settimane fa
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Assegno sociale e Assegno di Inclusione
Foto © Pixabay

Il sistema di welfare in Italia è ricco di misure a sostegno di chi ha redditi bassi, vicini alla soglia di povertà. E se una persona non ha mai versato contributi o ne ha versati in misura insufficiente per ottenere una vera pensione, esistono comunque numerose prestazioni a cui può accedere. In alcuni casi è possibile persino cumulare più misure contemporaneamente. Oggi parliamo di Assegno Sociale e Assegno di Inclusione.

“Buonasera, sono Greta e percepisco l’Assegno di Inclusione da diverso tempo, precisamente da gennaio dell’anno scorso. Ora, però, ho un grande dubbio: compirò 67 anni a novembre e potrei quindi presentare domanda per ricevere l’Assegno Sociale.

Mi spetta, perché non ho mai maturato contributi sufficienti, se si escludono alcuni mesi lavorati da giovane. Il mio dubbio è questo: vivendo in affitto, il mio Assegno di Inclusione supera attualmente i 780 euro al mese. Se faccio domanda per l’Assegno Sociale, perderò il diritto all’Assegno di Inclusione? E inoltre, con l’Assegno Sociale rischio di percepire meno, dato che non arriverà mai a 780 euro? Mi potete dire cosa conviene fare?”

Senza pensione a 67 anni, cosa succede a chi prende l’Assegno di Inclusione?

L’Assegno di Inclusione e l’Assegno Sociale sono due misure diverse, ma appartenenti alla stessa categoria di prestazioni: si tratta di misure assistenziali, ovvero aiuti economici erogati in base al reddito e non ai contributi versati.

L’Assegno di Inclusione è un vero e proprio sussidio contro la povertà, mentre l’Assegno Sociale è una prestazione riconosciuta a chi, pur avendo raggiunto l’età pensionabile, non ha diritto a una pensione contributiva.

In entrambi i casi, il requisito principale è la situazione reddituale, che determina sia il diritto a percepire la prestazione sia l’importo che verrà riconosciuto. Entrambe le misure sono infatti integrazioni al reddito, il cui ammontare dipende da quanto il beneficiario già percepisce.

Le due prestazioni sono anche cumulabili, ossia possono essere percepite contemporaneamente, a condizione che si rispettino i requisiti di entrambe. Tuttavia, è importante sapere che non si possono percepire gli importi massimi di entrambe le misure, proprio perché entrambe hanno lo scopo di integrare il reddito fino a determinati limiti, non di erogare somme aggiuntive indipendenti l’una dall’altra.

Partiamo dall’Assegno Sociale, destinato a chi ha raggiunto i 67 anni di età ma:

  • non ha maturato i 20 anni di contributi necessari per la pensione di vecchiaia;
  • nel caso dei contributivi puri (chi ha lavorato solo dopo il 1996), non raggiunge l’importo minimo previsto per ottenere la pensione.

In questi casi, chi ha un reddito inferiore all’importo dell’Assegno Sociale (da single) o inferiore al doppio di tale importo (se coniugato) può percepire questa prestazione.

Nel 2025, l’Assegno Sociale è pari a 538 euro al mese. Chi non ha alcun reddito può ottenere l’intero importo; chi ha un reddito parziale riceve un Assegno Sociale ridotto, fino a raggiungere il limite stabilito.

Ecco come funziona la cumulabilità tra Assegno di Inclusione e Assegno Sociale

Sono tantissime le persone che, come la nostra lettrice, si trovano nella situazione di dover richiedere l’Assegno Sociale dopo aver percepito per un periodo il Reddito di Cittadinanza prima e l’Assegno di Inclusione poi.

La preoccupazione più comune è quella di perdere un sussidio richiedendone un altro, o di finire per percepire un importo inferiore passando da una prestazione all’altra.

Come già detto, nel 2025 l’Assegno Sociale è pari a 538,69 euro al mese ed è destinato a chi ha un reddito annuo inferiore a:

  • 7.002,97 euro per i single;
  • 14.005,94 euro per i coniugati.

L’Assegno di Inclusione, invece, ha un importo che varia in base a diversi fattori, tra cui:

  • Un ISEE in corso di validità non superiore a 10.140 euro;
  • Un reddito familiare fino a 6.500 euro annui per i single, con importi crescenti in base al parametro della scala di equivalenza.

I 6.500 euro annui corrispondono alla massima integrazione al reddito riconosciuta al singolo beneficiario, ossia 541,66 euro al mese. A questo può aggiungersi un contributo per l’affitto pari a 303,33 euro al mese. A condizione che il beneficiario viva in affitto con un regolare contratto registrato all’Agenzia delle Entrate.

In totale, dunque, per chi vive in affitto l’Assegno di Inclusione può arrivare a 850 euro al mese.

E per gli over 67?

Per i soggetti over 67, le cifre aumentano: in questo caso l’integrazione al reddito può arrivare fino a 8.190 euro annui, pari a 682,50 euro al mese, a cui si può aggiungere il contributo per l’affitto, sempre con il limite massimo di 850 euro al mese.

Le due misure, come anticipato, sono cumulabili, cioè è possibile percepire sia l’Assegno di Inclusione sia l’Assegno Sociale, ma attenzione: l’importo dell’Assegno Sociale viene calcolato in base al reddito complessivo, quindi anche l’Assegno di Inclusione percepito incide su tale calcolo e può ridurre l’importo effettivo riconosciuto come Assegno Sociale.

In conclusione, richiedere l’Assegno Sociale non annulla automaticamente l’Assegno di Inclusione. Ma può determinare un ricalcolo dei due importi per garantire che il reddito complessivo non superi i limiti stabiliti.

Chi si trova in questa situazione dovrebbe valutare attentamente, anche con il supporto di un patronato o di un consulente, quando e come presentare la domanda per ottenere il massimo beneficio possibile.

Evitando così di perdere il diritto alle prestazioni o di vedersi riconosciuti importi inferiori.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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