Un disegno di legge proveniente da Fratelli d’Italia, ma a firma di diversi parlamentari di altri partiti, compresi quelli delle opposizioni: per i minori di 15 anni sarebbe addio ai social network. Questo è quanto emerge da una nuova normativa che in Italia si vorrebbe introdurre. Al momento si tratta solo di un disegno di legge, ma, essendo bipartisan, è evidente che ci siano i crismi perché questa proposta possa trasformarsi in provvedimento concreto.
Parliamo del DDL numero 1136, depositato in Senato da Fratelli d’Italia e specificamente dalla senatrice Mennuni. Un DDL che, nell’aula di Palazzo Madama, ha trovato appoggi anche — per esempio — dal PD.
Segno che il tema dei social e dei pericoli che questi possono comportare per i ragazzi troppo piccoli è caldo. Ma di cosa si tratta davvero e cosa significherebbe dire addio a TikTok, Instagram e YouTube grazie a questa ipotetica normativa?
Addio TikTok, Instagram, YouTube e tutti i Social sotto i 15 anni, carta d’identità obbligatoria
Dipendenza e ansia sono alcune delle patologie che affliggono molti ragazzini di oggi quando usano eccessivamente strumenti come i social network. Ad esempio, dall’uso del bonus psicologo emergono statistiche che evidenziano come sempre più giovanissimi inizino ad avere bisogno di questo tipo di supporto; alcuni attribuiscono parte della responsabilità alla tecnologia.
Le critiche rivolte a dispositivi come smartphone, PC o tablet — su cui i nostri figli trascorrono ore e ore, trascurando lo studio, gli affetti e le amicizie — sono note. Spesso i ragazzi finiscono per restare chiusi in casa senza uscire e con lo sguardo fisso sul dispositivo. È un fenomeno visibile tutti i giorni: dalle fermate della metro ai viaggi in autobus, persino camminando per strada è raro vedere un ragazzino che non guardi il proprio device.
Senza voler fare di tutta l’erba un fascio e senza unirsi a chi considera gli smartphone una sciagura, va riconosciuto che qualcosa di vero nelle critiche c’è. Oltre a ridurre il rischio di ansia e dipendenza, il DDL punta anche a migliorare la sicurezza dei minori.
La sicurezza dei ragazzi è al primo posto, ecco perché si è arrivati al DDL
Nella relazione tecnica che accompagna il DDL si legge che la sicurezza dei più giovani non è garantita. Spesso i minori vengono adescati o sfruttati: il mondo dei social è pensato prevalentemente per gli adulti e non per i bambini.
Contenuti violenti o destinati agli adulti finiscono talvolta davanti agli occhi dei più piccoli. Per questo motivo si propone una stretta: il DDL mira a rendere praticamente impossibile l’accesso ai social a chi ha meno di 15 anni.
Da TikTok a YouTube, da Instagram a Facebook, addio agli account sotto i 15 anni
Sarà necessario il consenso di un genitore perché un ragazzino sotto i 15 anni possa avere un account su TikTok, Instagram, YouTube o qualsiasi altro social.
Il divieto di iscrizione per gli under 15 resta da definire nei dettagli: bisognerà capire quali procedure di controllo il DDL intende introdurre e come agiranno AGCOM e il Garante Privacy, a cui le piattaforme dovranno attenersi.
Se non saranno le solite procedure farraginose che chiunque con competenze informatiche può aggirare, la stretta potrebbe essere davvero imminente.
Secondo alcuni basterebbe che una piattaforma richiedesse la carta d’identità a chi desidera iscriversi: problema risolto. Ma questa soluzione semplice potrebbe rivelarsi ottimistica e difficile da implementare nella pratica come misura efficace contro l’iscrizione degli under 15.
Ecco il teso del DDL e cosa prevede
Al DDL è stato dato un nome esplicito: “Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale”. L’obiettivo è introdurre uno sbarramento alle iscrizioni dei giovani sui social, senza distinzioni — da TikTok a Instagram o YouTube — dove i giovani sono maggiormente presenti.
Oggi è facile iscriversi e ancora più facile superare i vincoli che vietano l’iscrizione ai minori di 13 anni. Basta compilare in autonomia, in autocertificazione, un formulario in cui si dichiara di avere un’età maggiore. E se qualcuno pensa che il codice fiscale non possa essere falsificato, è evidente che esistono programmi che calcolano codici fiscali. Procurarsi un codice farlocco che riporti un’età superiore alla propria è oggi cosa semplice.