Per soggetti affetti da disabilità l’aspirazione è prendere una forma di sostentamento reddituale. Che sia una pensione oppure un assegno o un semplice sussidio poco cambia. Chi è invalido è tutelato dalla legge. Lo Stato offre sostegno ai disabili. Ma tutto parte e dipende dal grado di invalidità che viene riconosciuto al portatore di handicap. Al di sotto di un determinato grado, non c’è sussidio, pensione o aiuti economico. Oltretutto, molte delle prestazioni economiche per portatori di handicap sono a provvisorie. Vanno confermate partendo dalla continuità nel detenere i giusti requisiti. Vale per le pensioni e vale pure per i sussidi.
Dire addio alla pensione o al sussidio, è qualcosa che capita a tanti quando, come si dice in questo caso, subiscono un declassamento. Molti titolari di una pensione o di un assegno, se per la commissione medica non sono più “così invalidi” come prima, arriva l’amara sorpresa. Addio pensione di invalidità per esempio, e dentro solo il collocamento mirato.
“Buonasera, vi propongo un caso alquanti particolare e vorrei alcune delucidazioni da parte vostra. Mio figlio invalido, da quando era piccolo ha preso sempre l’accompagnamento. Poi da un paio di anni, ha preso l’indennità di frequenza. Siamo appena stati a visita di revisione. Gli hanno dato il 48% di invalidità con collocamento mirato. Mi dicono che ha perso ogni genere di aiuto economico. Mi dite cosa accade adesso e cosa significa collocamento mirato?”
Addio pensione di invalidità e via al collocamento mirato
Col 74% di invalidità si inizia ad entrare nel circuito delle prestazioni economiche per i disabili tra pensioni di invalidità, pensioni di inabilità, assegni di assistenza o indennità di frequenza.
Col 67% almeno invece, un invalido civile può rientrare nei benefici dell’assegno di inclusione. L’invalidità civile che spesso è soggetta a revisione, cioè a conferma periodica, sia essa annuale, biennale o triennale, può essere perduta. Ed il caso del nostro lettore è lapalissiano. Sotto un determinato grado di invalidità non ci sono emolumenti economici. E questo significa che non ci sono erogazioni in denaro. Alle decisioni della commissione medica che stabilisce il grado di invalidità ci si può opporre con un ricorso giudiziario. Bisogna mettere un avvocato, presentare ricorso e passare da medici legali, esperti e qualsiasi altro soggetto che può dare giudizi differenti sull’invalidità, rispetto alle decisioni della commissione.
Ma cosa significa collocamento mirato?
In base al grado di invalidità una commissione medica può assegnare aiuti economici, benefici generici legge 104, tra cui eventualmente tasse agevolate, contrassegno o parcheggio per disabili e appunto, il collocamento mirato. Ed è quest’ultimo provvedimento quello che interessa il nostro lettore del nostro quesito odierno. Infatti suo figlio è stato oggetto di un declassamento che lo ha portato dall’indennità di accompagnamento all’indennità di frequenza e fino all’attuale collocamento mirato. Ci sono dei benefici che le persone invalide possono sfruttare dal punto di vista lavorativo. Ci sono liste di collocamento mirato ossia liste dove trovano posto le procedure che consentono la valutazione delle capacità lavorative di quel singolo individuo e soprattutto.
di individuare la posizione lavorativa più adatta a loro.
Aziende obbligate a pescare tra le categorie protette
Chi è affetto da una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45% (senza entrare nel dettaglio di invalidità da cause di servizio o di lavoro che partono da gradi di disabilità diversi), può finire nel collocamento mirato che garantisce l’accesso a una graduatoria diversa da quella che i Centri per l’Impiego stilano per la generalità dei lavoratori. Una graduatoria da cui è più facile essere scelti per una determinata posizione lavorativa aperta quindi. Anche perché ci sono delle aziende, delle imprese o semplicemente dei datori di lavoro che sono nell’obbligo di assumere lavoratori appartenenti alle categorie protette. Per esempio è risaputo che aziende con almeno 15 dipendenti in organico (e fino a 35 dipendenti), devono assumere almeno un addetto proveniente da queste categorie protette. Numero di addetti che cresce al crescere della dimensione aziendale.