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Azioni Mediaset a -90% dai massimi del 2000. “Confidavo nel presidente Berlusconi, cocente delusione”

Il titolo Mediaset è lontanissimo dai massimi storici toccati nell'anno 2000, perdendo da allora il 90%. E chi ebbe la sfortuna di acquistarlo in quella fase, oggi non sa come uscirne.
di Giuseppe Timpone
6 anni fa
3 minuti di lettura
Il titolo Mediaset è lontanissimo dai massimi storici toccati nell'anno 2000, perdendo da allora il 90%. E chi ebbe la sfortuna di acquistarlo in quella fase, oggi non sa come uscirne.
Spett. Mediaset  s.p.a.
Buongiorno, sono un piccolo risparmiatore e con mia moglie possediamo 450 azioni Mediaset acquistate una ventina di anni fa con le beneamate Lire Italiane. Di anni ne son passati tanti e la fiducia nel Presidente Berlusconi è sempre stata ai massimi livelli. Di strada l’azienda ne ha fatta moltissima invece le azioni valgono sempre meno, ed i magri dividendi per i piccoli risparmiatori azionisti non si vedono da vari anni. Perdonatemi il disappunto ma dopo 20 anni vedere quell’onesto e sudato risparmio a cui avevamo riposto tanta fiducia e che tutt’ora crea una perdita di alcune migliaia di euro, è una cocente delusione! Grazie per l’attenzione e porgo Cordiali Saluti.
Gentile Dott. Giuseppe Timpone,

Buongiorno, sono un Suo fedele lettore e di Investire Oggi, mi perdoni se le ho inoltrato la mia email che era indirizzata a Mediaset spa, ma non hanno avuto nemmeno la decenza di darmi una risposta ! Volevo portare un segno tangibile che anche gli investimenti in ottica di lunghissima duration possono essere deleteri e dannosi per un piccolo risparmiatore. Grazie per l’attenzione e Saluti.    

Gentile Lettore,

dispiace molto apprendere che dopo quasi 20 anni dall’investimento non abbia avuto modo almeno di mantenere il valore delle azioni acquistate. E già questo sarebbe stato negativo, visto che nel frattempo l’inflazione ha quasi dimezzato il potere di acquisto.

In genere, quando si investe sul mercato azionario, si pensa che nel lungo periodo il rendimento sarà senz’altro positivo, venuta meno la tipica volatilità del breve e medio periodo. E così è di solito. Purtroppo, non è una regola scritta e non vale sempre. Lei ha avuto una tripla sfortuna: avere acquistato le azioni Mediaset al loro massimo storico; avere investito in un’azienda attiva in un comparto – quello delle telecomunicazioni – investito da profonde rivoluzioni dal 2000 ad oggi; e, infine, di avere puntato sulla borsa italiana, avida di soddisfazioni negli ultimi anni.

 Ad occhio e croce, le sue 450 azioni varrebbero oggi meno di 1.300 euro, diverse migliaia in meno del 2000.

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Azioni Mediaset mai riprese dal 2000

Partiamo dal primo punto: non so la data a cui le ha acquistato i titoli, ma nell’anno 2000 la quotazione toccò il record di 26 euro, salvo precipitare già a 12 euro alla fine dell’anno, risentendo dei venti di crisi che venivano dall’America. Mentre scrivo, il prezzo è di appena 2,87 euro, cioè quasi 10 volte più basso dei massimi di 19 anni fa. Vorrei tanto dirle che la ripresa sia possibile, imminente e solida, ma le offrirei una falsa speranza. Non che si possa escludere, semmai oggi non sembrano sussistervi le condizioni per un rally così vigoroso. Perché? Veniamo al secondo punto: Mediaset era agli inizi del millennio la più grande realtà televisiva privata d’Italia. Lo è anche adesso, ma il mercato da allora si è molto ampliato, sia con il passaggio al digitale terrestre, obbligatorio da 7 anni esatti, sia per l’avvento e la diffusione di internet, la TV in streaming, il satellitare, etc.

Quando si passa da un monopolio di fatto a una condizione di concorrenza piuttosto accesa, i profitti diminuiscono e le azioni scontano tale peggioramento. Non dico che Cologno Monzese non avrebbe potuto fare di più o meglio per rilanciarsi, magari non potendo ambire a rimanere con la testa agli anni d’oro (’80 e ’90), ma condizioni oggettive hanno reso la sua vita più difficile. Aggiungo un dato: essendo il titolare di Mediaset l’ex premier Silvio Berlusconi, la sua congiuntura politica ha inciso parecchio anche su quella azionaria, perché il mercato grossolanamente in passato ha supposto che i governi di centro-destra coincidessero con un periodo favorevole per gli interessi aziendali. Non voglio minimamente entrare nel merito della questione, ma rilevo come la fine politica (nei fatti) di Berlusconi possa avere inciso negativamente sull’andamento nel titolo, che sottoperforma Piazza Affari dalla nascita del governo Conte.

E proprio Piazza Affari nel lungo periodo ha deluso le aspettative. Rispetto al 2000, l’indice Ftse Mib risulta oggi dimezzato, risentendo negativamente del peggioramento del quadro macro italiano negli ultimi decenni. Chi ha scommesso sull’azionariato tricolore, quindi, è rimasto scottato, a meno che non sia riuscito a uscirne senza perdite o magari guadagnandoci, cosa possibile per numerosi altri titoli. Spero che Mediaset risponda al più presto, anche se non vedo cosa di concreto possa dirle, se non di essere dispiaciuta per un investimento a perdere a così lunga distanza. Fosse per i suoi vertici, gli azionisti dovrebbero essere tutti felici e soddisfatti e con azioni a caro prezzo sarebbe diventato più difficile anche il tentativo di scalata di Vivendi, che negli anni passati ha seminato il panico in casa Fininvest, inducendola a spostare la sede legale in Olanda per mettere al sicuro il controllo.

giuseppe.timpone@investireoggi.it

 

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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