Con il decreto che definisce il tasso di inflazione, pubblicato in Gazzetta Ufficiale dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, è ormai chiaro ciò che accadrà alle prestazioni erogate dall’INPS a partire dal prossimo 1° gennaio. Saliranno le pensioni e cresceranno anche i trattamenti assistenziali in genere. Tra questi, dovrebbe aumentare anche l’Assegno di Inclusione, che verrà rivalutato secondo il meccanismo annuale previsto. Di conseguenza, molte famiglie dal 2026 percepiranno un importo più elevato rispetto a oggi. Ecco le cifre aggiornate e cosa cambia per questa misura fondamentale a sostegno dei nuclei in difficoltà.
Inflazione 2025, ecco il dato dell’ISTAT riportato nel decreto del MEF
L’Assegno di Inclusione nel 2026 sarà rivalutato.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato in Gazzetta il decreto che determina l’inflazione calcolata dall’ISTAT e, di conseguenza, la perequazione delle prestazioni INPS. Il tasso di inflazione definitivo è pari all’1,4%.
In un primo momento si ipotizzava un tasso dell’1,7%, ma i dati ISTAT — che si basano sui valori ufficiali dei primi nove mesi del 2025 e su quelli provvisori dell’ultimo trimestre — hanno fissato l’inflazione reale all’1,4% rispetto al 2024.
Cosa succede a gennaio all’Assegno di Inclusione
A gennaio, con ogni probabilità, l’Assegno di Inclusione continuerà a essere erogato con gli stessi importi attuali. Eventuali variazioni dovrebbero riflettersi sulle card dei beneficiari a partire dal mese di febbraio.
Di norma, infatti, a gennaio l’ADI segue ancora le regole precedenti, basandosi sull’ISEE del 2025. Questo permette ai contribuenti di aggiornare l’ISEE e all’INPS di elaborare correttamente le DSU, collegando le nuove attestazioni agli importi dell’Assegno.
Qualora a gennaio non fosse applicata la perequazione, con la prima ricarica utile dovrebbero arrivare anche i relativi conguagli.
Gli importi, naturalmente, variano in base alla composizione del nucleo familiare e alle condizioni economiche del beneficiario. Le modifiche possono derivare non solo dalla rivalutazione, ma anche da variazioni del nucleo, dei redditi o dei patrimoni inclusi nell’ISEE. Per il 2026, infatti, la DSU fa riferimento ai dati reddituali e patrimoniali del 2024, mentre gli ISEE attualmente in vigore si basavano sui valori del 2023.
Aumenta l’Assegno di Inclusione nel 2026, cambiano le cifre
Come riportato nella scheda dedicata all’ADI sul sito del Ministero, i requisiti economici prevedono un ISEE non superiore a 10.140 euro e un valore del reddito familiare non superiore a 6.500 euro, moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza. Tale reddito rappresenta la base di riferimento dell’Assegno di Inclusione per un single.
Nel 2025 l’importo massimo era pari a 541,67 euro al mese. Con la rivalutazione 2026, l’Assegno di Inclusione per un single salirà a 549,25 euro al mese. Per chi vive in affitto è prevista la consueta integrazione: nel 2025 l’importo arrivava a 845 euro mensili, mentre nel 2026 l’assegno complessivo salirà a circa 857 euro.
Un adeguamento che, pur contenuto, rappresenta un supporto concreto per molte famiglie che contano sull’Assegno di Inclusione come principale strumento di sostegno economico.