La fortuna aiuta gli audaci. Un vecchio detto che può tornare utile in un caso particolare: quello del mancato pagamento del bollo auto.
Certo, parlare di “audacia” non è del tutto appropriato, perché non pagare una tassa – soprattutto un’imposta come il bollo auto – è un comportamento civicamente scorretto e potenzialmente rischioso. Tuttavia, esistono situazioni in cui qualcuno può definirsi “fortunato”: casi rari, in cui chi non ha versato il bollo auto non dovrà più pagarlo, almeno per quell’anno specifico.
Non hai pagato il bollo auto? Ecco perché potresti essere tra i fortunati
Ripetiamolo chiaramente: il bollo auto va sempre pagato.
Ci sono persone che dimenticano di farlo, altre che non riescono economicamente, e altre ancora che scelgono deliberatamente di non pagare.
Nella quasi totalità dei casi, però, l’omissione scatena una catena di eventi spiacevoli: prima arrivano le lettere di sollecito da parte della Regione competente, poi le cartelle esattoriali emesse dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Man mano che la situazione si prolunga, i problemi peggiorano:
al bollo non pagato si sommano sanzioni, interessi e spese di riscossione, fino ad arrivare ad azioni esecutive come fermi amministrativi, ipoteche o addirittura pignoramenti di stipendi, pensioni e conti correnti.
L’unico modo certo per evitare tutto ciò è pagare quanto dovuto.
Ma – ed è qui che entra in gioco la “fortuna” – in alcuni casi gli enti competenti (la Regione o l’Agenzia delle Entrate-Riscossione) non agiscono nei tempi previsti. E quando questo accade, il bollo cade in prescrizione e non è più dovuto.
Prescrizione breve per il bollo auto: ecco quando e come funziona
Ogni debito verso lo Stato o la Pubblica Amministrazione ha un termine di prescrizione, cioè un periodo entro il quale l’Ente deve richiedere il pagamento.
Superato quel termine, il debito si estingue di diritto.
Per il bollo auto la prescrizione è breve, molto più di altre imposte: tre anni.
Se trascorrono tre anni senza che la Regione o l’Agenzia delle Entrate-Riscossione abbiano notificato alcun sollecito o cartella, la tassa non è più dovuta.
Attenzione però: i tre anni non si calcolano dalla data di scadenza del bollo, ma dal primo gennaio dell’anno successivo.
Per esempio, se il bollo è scaduto a novembre 2025, il conteggio parte dal 1° gennaio 2026 e si conclude il 31 dicembre 2028.
In pratica, entro il 31 dicembre 2028 la Regione deve notificare la richiesta di pagamento; in caso contrario, il diritto alla riscossione decade.
Quindi, per un bollo auto non pagato nel 2022, la data ultima entro cui può essere richiesto il pagamento è il 31 dicembre 2025.
Attenzione: la prescrizione può interrompersi
Ci sono però due punti fondamentali da ricordare:
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La prescrizione si interrompe se la Regione invia un sollecito di pagamento, una ingiunzione o una cartella esattoriale. Da quel momento, il termine riparte da capo per altri tre anni.
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La prescrizione triennale riguarda solo la tassa principale (la cosiddetta quota capitale).
Le sanzioni e gli interessi di mora hanno invece una prescrizione quinquennale, cioè di cinque anni.
Un’ultima precisazione: la prescrizione non è automatica.
Questo significa che, anche se il termine è scaduto, la Regione può comunque inviare una richiesta di pagamento.
Spetterà poi al contribuente far valere i propri diritti, presentando istanza di annullamento per prescrizione e chiedendo la cancellazione del debito.
In sintesi: chi non paga il bollo auto rischia molto, ma in alcuni casi, grazie ai tempi scaduti e alle inefficienze amministrative, può davvero considerarsi tra i “fortunati” – quelli per cui la tassa non è più dovuta.