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Oggi: 05 Dic, 2025

L’oro della patria lega Prodi a Meloni, ma i tempi del rimpatrio non sono dei migliori

L'ex premier Romano Prodi invoca il rimpatrio dell'oro dai caveau americani, una proposta che anni fa fece l'attuale premier Giorgia Meloni.
3 settimane fa
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Rimpatrio dell'oro italiano
Rimpatrio dell'oro italiano © Licenza Creative Commons

Romano Prodi e Giorgia Meloni, figure così lontane nell’immaginario pubblico da non risultare accomunate praticamente da nulla, fuorché essere italiani e a capo del governo. Il primo lo guidò due volte tra il 1996 e il 1998 e tra il 2006 e il 2008. La seconda risulta già essere alla guida del terzo esecutivo più longevo della storia repubblicana. I due non si sono mai presi. Eppure, il fondatore dell’Ulivo in questi giorni ha lanciato una proposta che fu dell’attuale premier nel 2019: procedere al rimpatrio dell’oro della Banca d’Italia.

Rimpatrio oro italiano, cifre

Parlando a un evento di Coldiretti, Prodi ha spiegato che di questi tempi non ci si può fidare più neanche degli Stati Uniti.

La politica ballerina dell’amministrazione Trump, ha affermato, dovrebbe spingerci a chiedere il rimpatrio dell’oro italiano custodito nei forzieri di Fort Knox. A cosa si riferiva? L’Italia vanta le terze riserve auree al mondo con 2.452 tonnellate, dopo Stati Uniti e Germania. Tuttavia, fisicamente la maggior parte di esso si trova all’estero: 1.061,5 tonnellate negli USA (43,29%), 149,3 tonnellate in Svizzera (6,09%) e 141,2 tonnellate nel Regno Unito (5,76%).

Solamente 1.100 tonnellate (44%) stanno realmente in Via Nazionale a Roma, dentro Palazzo Koch. Spieghiamo perché. Le nostre riserve auree furono accumulate quasi totalmente dopo la Seconda Guerra Mondiale. Per ragioni di sicurezza, gran parte di esse fu custodita fuori dai nostri confini nazionali. Erano gli anni della Guerra Fredda e nessuno escludeva un possibile attacco dell’Unione Sovietica ai danni degli stati europei facenti parte della NATO.

Tensioni USA-UE

Non solo l’Italia, anche la Germania mandò gran parte dell’oro all’estero. Perché proprio nei tre Paesi sopra citati? Stati Uniti e Regno Unito si trovano geograficamente fuori dall’Europa continentale, mentre la Svizzera è storicamente neutrale.

Neppure la Germania nazista la invase. Si direbbe che, allo stato attuale, il rimpatrio dell’oro sia quasi un atto dovuto. Il governo tedesco lo reclamò e ottenne nel decennio passato. Temeva che parte delle sue riserve auree a Fort Knox non esistesse più, che la Federal Reserve lo avesse usato per operazioni di natura finanziaria. Contrariamente a queste ricostruzioni, l’istituto riuscì a rimandare in Germania fino all’ultimo lingotto e prima dei tempi inizialmente previsti.

Questa vicenda dovrebbe perlomeno rassicurarci sulle nostre riserve auree. Fratelli d’Italia ritiene che questa non sia la fase migliore per chiedere il rimpatrio dell’oro d’Oltreoceano. Europa e Stati Uniti hanno appena negoziato un accordo commerciale e le loro relazioni diplomatiche rimangono tese per diversi capitoli, tra cui le spese militari. Un’iniziativa come quella suggerita da Prodi, pur se involontariamente, spiegano che getterebbe benzina sul fuoco. Washington la vedrebbe come un segnale di sfiducia esibita da un alleato europeo.

Torna rischio geopolitico

La verità è anche un’altra. Il rimpatrio dell’oro sembrava un’idea del tutto sensata fino a qualche anno fa. L’invasione dell’Ucraina ha riportato il rischio geopolitico nel cuore del nostro continente. Rispetto a 4-5 anni fa, le probabilità di un attacco russo sono riesplose. Custodire buona parte delle riserve all’estero resta una necessità.

Anche perché l’Europa ha sin qui “congelato” e parla di espropriare del tutto quasi 300 miliardi di dollari di riserve valutarie russe. Chi può mai escludere che, in un atto di rivalsa, la Russia possa un giorno voler mettere le mani sull’oro dei nemici a compensazione del torto subito?

Rimpatrio dell’oro operazione delicata

Stiamo ricostruendo uno scenario agghiacciante, ad oggi altamente improbabile. Resta il fatto che sia diventato meno remoto rispetto al recente passato. Sul rimpatrio dell’oro italiano bisognerebbe individuare le tempistiche giuste e magari negoziare con gli alleati sottotraccia. Dato il contesto globale, il solo annuncio potrebbe essere mal interpretato da mercati e governi stranieri ostili.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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