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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensione infermieri: chi si salva dall’aumento dell’età e perché la categoria resta a metà tutela

Notte, turni e stress: ecco perché gli infermieri si salvano dall’aumento dell’età pensionabile e perché non tutti hanno diritto alle agevolazioni per i lavoratori usuranti
4 settimane fa
3 minuti di lettura
Concorso infermieri

L’aumento dell’età pensionabile torna al centro del dibattito politico e previdenziale. Tuttavia, non tutti i lavoratori subiranno l’innalzamento previsto: alcune categorie, considerate più esposte a fatica fisica o stress psicologico, potranno continuare ad accedere alla pensione con requisiti più favorevoli.
Tra queste spiccano gli infermieri, una delle professioni più delicate e impegnative del sistema sanitari. Ma all’interno della normativa sulle pensioni degli infermieri ci sono ancora lacune gravi che portano a paradossi e potenziali situazioni inique.

Il quesito dell’utente

Domanda di un lettore:
“Sono un infermiere con 55 anni e oltre trent’anni di servizio in reparto di rianimazione, sempre con turni notturni. Rientro tra chi può evitare l’aumento dell’età pensionabile? E quali requisiti devo avere per accedere a un trattamento agevolato?”

Una domanda più che legittima, considerando che i lavoratori del comparto sanitario sono spesso soggetti a ritmi di lavoro intensi, stress costante e orari notturni che incidono sulla salute e sulla qualità della vita.

La risposta, però, non è univoca: dipende dal tipo di mansione svolta, dai turni effettuati e dalla classificazione previdenziale (lavoro “gravoso” o “usurante”).

Chi si salva dall’aumento dell’età pensionabile

Secondo le ultime ipotesi di riforma, l’innalzamento dell’età per la pensione di vecchiaia verrà applicato in modo graduale e differenziato. Non scatterà automaticamente per chi svolge attività particolarmente faticose o rischiose.

Rientrano tra gli esclusi:

  • gli addetti a mansioni gravose, come operatori sanitari e infermieri che lavorano su turni;
  • i lavoratori con attività notturne o che prestano servizio per un numero elevato di notti all’anno;
  • gli addetti all’assistenza di persone non autosufficienti o nei reparti di emergenza-urgenza.

Per gli infermieri, in particolare, il riconoscimento della categoria “gravosa” permette di evitare l’aumento automatico dell’età pensionabile e, in alcuni casi, di accedere a scivoli anticipati, purché si rispettino precisi criteri contributivi e di servizio.

Turni, notte e carichi di lavoro: la realtà del mestiere

Chi lavora in corsia conosce bene la durezza del mestiere: turni che si alternano tra giorno, sera e notte; reperibilità nei weekend e nei festivi; contatto diretto con la sofferenza dei pazienti.
Gli infermieri sono spesso esposti a rischio fisico e psicologico, tanto che le loro condizioni rientrano tra quelle più frequentemente riconosciute come usuranti o gravose.

Per essere considerato “lavoratore notturno” ai fini previdenziali, è necessario svolgere almeno 78 notti all’anno, oppure garantire un certo numero minimo di ore lavorate tra mezzanotte e le cinque del mattino.
Non tutti i reparti, però, permettono di raggiungere queste soglie, creando una disparità di trattamento anche tra colleghi della stessa struttura.

Lavoro usurante e lavoro gravoso: differenze chiave

Spesso i due termini vengono confusi, ma la distinzione tra lavoro gravoso e usurante è importante anche ai fini pensionistici.

  • Lavoro usurante
    È quello che comporta un rischio elevato e continuativo per la salute fisica o mentale.
    Rientrano in questa categoria i lavoratori che operano su turni notturni prolungati, in catena, in miniere o in contesti ad alta intensità come il pronto soccorso.

    Chi svolge un lavoro usurante può accedere alla pensione con requisiti ridotti di età o anzianità contributiva.

  • Lavoro gravoso
    Comprende le professioni che, pur non essendo classificate come “usuranti”, implicano una fatica costante o una forte responsabilità assistenziale.
    Gli infermieri, in quanto lavoratori turnisti con carichi elevati, rientrano in questa categoria.
    Questo riconoscimento consente loro di beneficiare di alcune agevolazioni, come l’esclusione dagli aumenti automatici legati alla speranza di vita o l’accesso all’APE Sociale.

In sintesi: tutti i lavori usuranti sono considerati gravosi, ma non tutti i lavori gravosi sono automaticamente usuranti.
E per la pensione infermieri, questa distinzione può fare davvero la differenza.

Le agevolazioni per gli infermieri

Negli ultimi anni si sono compiuti piccoli passi avanti.
Con il Decreto Bollette 2023 è stato riconosciuto un beneficio contributivo per gli infermieri dei servizi di emergenza e urgenza: due mesi di contribuzione aggiuntiva per ogni anno di servizio, fino a un massimo di 24 mesi.

Un segnale di attenzione verso una categoria che ha sostenuto in prima linea il sistema sanitario, ma che ancora oggi non gode pienamente del riconoscimento di lavoro usurante.
Le federazioni professionali, come la FNOPI, chiedono da tempo un adeguamento normativo per estendere le tutele a tutti gli infermieri, indipendentemente dal reparto di assegnazione.

Conclusioni

Gli infermieri, pur rientrando tra i lavori gravosi, non sono ancora pienamente tutelati come categoria usurante.
Questo significa che molti potranno sì evitare l’aumento dell’età pensionabile, ma non avranno automaticamente diritto a un’uscita anticipata. A ridosso della Legge di Bilancio con le novità in tema di pensioni e la coperta previdenziale sempre più corta, questa differenza può pesare molto e determinare l’uscita o la permanenza in servizio.

La speranza è che le prossime riforme previdenziali riescano a colmare questa lacuna, riconoscendo in modo più equo la fatica di chi garantisce, giorno e notte, la salute degli altri.

Riassumendo

  • La pensione infermieri resta uno dei temi centrali della riforma previdenziale.
  • I lavoratori turnisti e del settore sanitario potrebbero essere esclusi dall’aumento dell’età pensionabile.
  • La distinzione tra lavoro gravoso e usurante è decisiva per accedere ai benefici.
  • Serve un riconoscimento pieno del lavoro infermieristico come attività usurante, per un’uscita più equa e sostenibile.

 

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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