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Oggi: 05 Dic, 2025

Il record dell’argento a 53 dollari è una storia diversa del 1980

Il nuovo record storico dell'argento racconta una storia molto differente rispetto a quella del 1980 con protagonisti i fratelli Hunt.
2 mesi fa
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Argento da record
Argento da record © Licenza Creative Commons

E anche ieri l’oro ha segnato un ennesimo massimo storico con la quotazione salita sopra 4.246 dollari l’oncia. Molta minore è l’attenzione riservata all’argento, che sempre ieri ha registrato il suo nuovo record a più di 53 dollari. Il precedente, perlomeno intraday, era stato toccato nel lontano gennaio del 1990 a 50,35 dollari. Ma quella fu tutta un’altra storia e che vale la pena di raccontare.

Boom del silver e reazione di Tiffany’s

All’inizio del 1979 l’argento scambiava a 6 dollari, mentre un anno dopo raggiungeva un record a quasi 50 dollari. E’ vero che in quel periodo era esplosa la seconda crisi petrolifera con la nascita della Repubblica Islamica dell’ayatollah Khomeini al posto dello scià di Persia.

Tuttavia, alla base del boom c’era stato essenzialmente un fenomeno speculativo riconducibile ai fratelli Hunt (Bunker, William Herbert e Lamar).

Questi si erano messi in testa di monopolizzare il mercato del silver, arrivando a detenere un terzo del metallo globale non posseduto dai governi. Qualcosa come 100 milioni di once. La situazione divenne così angosciante per il settore, che il 26 marzo del 1980 intervenne l’azienda di gioielli Tiffany’s per lamentare il fatto che i tre fratelli possedessero ormai una quota del mercato troppo elevata e stessero con la loro speculazione mandando in crisi i consumi.

Dal boom al crollo dell'argento
Dal boom al crollo dell’argento © Licenza Creative Commons

Tracollo repentino e crac per fratelli Hunt

Già agli inizi dell’anno il COMEX aveva cambiato le regole, vietando gli acquisti di argento ricorrendo alla leva finanziaria. In reazione alla posizione di Tiffany’s, giovedì 27 marzo il mercato reagì con una forte ondata di vendite sul timore che gli Hunt non fossero capaci di adempiere alle loro obbligazioni con il richiamo dei margini.

E così avvenne. Il prezzo dell’argento sprofondò durante la seduta e in quattro giorni perse la metà del loro valore. I fratelli non furono più in grado di onorare gli impegni e servì un salvataggio per impedire che a patirne le conseguenze fossero le banche creditrici.

Il record dell’argento di oltre 45 anni fa era stato alimentato dalla speculazione. In questo caso, la storia è assai diversa. Il mercato si è messo a caccia di “safe asset” come l’oro per sfuggire alla possibile crisi dei debiti sovrani, nonché alle avvisaglie di inflazione per via dell’annunciato riarmo europeo. C’è sfiducia sulla solidità fiscale di numerose economie come Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Giappone. Per quanto l’argento sia diventato molto caro, il rapporto con l’oro si aggira a 1:80. Agli inizi del 1980 era sprofondato a 1:13, quando storicamente a 1:60 scatta un segnale di vendita.

Record argento per corsa ai metalli preziosi

In pratica, per le metriche storiche il record dell’argento oggi risulta giustificato da quello dell’oro. Viceversa, al tempo era vistosamente infondato. C’era una famiglia che voleva mettere le mani sull’intero mercato e ci arrivò vicina.

Oggi, gli investitori comprano metalli preziosi per proteggersi dai rischi. Non che non fosse il caso anche allora, ma il record dell’argento si sarebbe dovuto fermare a livelli ben inferiori. Allo stesso rapporto attuale, non sarebbe dovuto andare oltre gli 8 dollari.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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