La badante è ormai una figura presente in numerosissime famiglie italiane. Le ragioni di questo aumento esponenziale sono diverse: da un lato l’invecchiamento della popolazione, perché più anziani ci sono e maggiore è il bisogno di assistenza; dall’altro il costo della vita, che rende praticamente obbligatorio per entrambi i coniugi lavorare. In questo scenario diventa evidente che nessuno dei due può dedicare le attenzioni e l’assistenza necessarie a un familiare anziano, spesso invalido.
Ecco allora che la badante diventa una presenza fondamentale. Trovare quella giusta non è raro: parliamo di una lavoratrice che spesso diventa quasi una di famiglia, legata non solo dal rapporto di lavoro, ma anche da un risvolto affettivo.
Tuttavia, non sempre le cose vanno per il verso giusto. Anzi, non sono pochi i casi in cui i rapporti di lavoro nel settore domestico sfociano in vertenze, portando le parti davanti al tribunale del lavoro o alle camere di conciliazione sindacali.
Badanti: ecco quando il lavoro finisce in vertenza in Tribunale e alla badante bisogna dare tanti soldi
Quando il rapporto di lavoro si interrompe, a prescindere dalla motivazione, non è raro che la badante – o il lavoratore domestico in generale – reclami arretrati, straordinari o altri diritti previsti dal CCNL ma non riconosciuti. Ciò accade sia nei casi in cui una famiglia allontana la badante, sia in caso di decesso dell’anziano, quando a sorpresa la lavoratrice avanza richieste economiche verso gli ex datori di lavoro.
Non sempre questo dipende da cattiva fede: spesso, infatti, i rapporti di lavoro nel settore domestico non vengono instaurati in modo pienamente regolare.
La superficialità con cui si assume e si gestisce il rapporto con la badante è un errore che ogni datore di lavoro dovrebbe evitare. I rischi di dover risarcire somme ingenti dopo l’interruzione del rapporto sono infatti elevati.
Tutti i diritti della badante che spesso non vengono pagati
Ferie non sfruttate, lavoro notturno non conteggiato, straordinari mai riconosciuti, turni festivi non retribuiti: l’elenco dei diritti spettanti a una badante è lungo. E spesso coincide con le mancanze dei datori di lavoro.
Infatti, non basta pagare regolarmente lo stipendio o versare i contributi per dire che il rapporto è del tutto regolare. Se la badante svolge straordinari, questi vanno pagati.
Secondo il CCNL colf e badanti, l’orario di lavoro massimo è:
- per i conviventi: 10 ore al giorno non consecutive e 54 ore settimanali;
- per i non conviventi: 8 ore al giorno non consecutive, per un massimo di 40 ore settimanali, distribuite su 5 (o al massimo 6) giorni.
I lavoratori domestici hanno inoltre diritto a un riposo settimanale di 36 ore, composto dalla domenica intera più 12 ore in un altro giorno. Se il lavoro si svolge in queste ore, la retribuzione deve essere maggiorata del 40% (per le ore extra infrasettimanali) o del 60% (per il lavoro domenicale).
Le ore straordinarie prevedono invece una maggiorazione del 25% (fascia 6-22) o del 50% (fascia notturna 22-6). Anche il lavoro ordinario notturno è maggiorato del 20%.
Fare le cose in regola evita vertenze e problemi vari con le badanti
Quelli elencati sono solo alcuni esempi dei diritti inderogabili che spettano a una badante. A questi si aggiungono ferie, TFR, tredicesima e altre voci contrattuali.
Il contratto collettivo che regola il lavoro domestico deve essere rispettato alla lettera, pena pesanti conseguenze. I rischi aumentano in caso di lavoro in nero o di assunzioni inquadrate in un livello sbagliato per risparmiare.
In definitiva, fare le cose in regola è l’unica via per evitare problemi e vertenze, tutelando non solo la lavoratrice ma anche la famiglia datrice di lavoro.