Fino a poco tempo, alla sola idea che si avvicinasse una scadenza per l’aggiornamento del rating sull’Italia, il governo di turno andava in ansia. Il rischio di bocciatura era sempre in agguato e, come nel caso di Moody’s, ciò avrebbe scaraventato i nostri titoli di stato nell’area “spazzatura”. Adesso, sembra funzionare al contrario. Il governo di Giorgia Meloni sembra non vedere l’ora di arrivare ai prossimi aggiornamenti previsti nel calendario delle agenzie, con la speranza che giungano buone notizie.
Italia spera, Francia trema
L’Italia non è più il malato d’Europa. Non sta benissimo, è reduce da una lunga malattia debilitante, ma si sta riprendendo e gli altri si sono ammalati o stanno per ammalarsi.
Se la Francia guarda con preoccupazione al giudizio di Fitch di venerdì prossimo, l’Italia pensa che il suo rating possa migliorare dal venerdì successivo. La stessa agenzia ha in programma di rivedere il suo voto sul debito pubblico, che dall’ottobre dello scorso anno è stato portato a BBB con outlook positivo.
Una promozione porterebbe il rating dell’Italia a BBB+, che è lo stesso assegnato da S&P sin dall’aprile scorso. Ci allontaneremmo ancora di più dalla temuta area “junk”, che scatta con un taglio sotto BBB-. E’ stato proprio questo pericolo per anni ad avere tenuto alla larga i capitali stranieri, non soltanto dai BTp. E il 10 ottobre prossimo sarà il turno proprio di S&P. Una sua ulteriore promozione a distanza di sei mesi dalla precedente appare improbabile. Significherebbe alzare il giudizio ad A-. Per quanto l’ipotesi non sarebbe velleitaria, dati i giudizi ben più generosi assegnati a emittenti come la Francia, non facciamoci illusioni.
Più lontani dall’area “junk”
E poi c’è Moody’s. Il suo prossimo aggiornamento del rating per l’Italia ci sarà il 21 novembre. Saranno le settimane calde della legge di Bilancio. E’ forse la data da cerchiare sul calendario per i suoi effetti possibilmente positivi sul mercato sovrano tricolore. L’agenzia giudica severamente il nostro debito: Baa3, un gradino appena sopra il livello “junk” e il più basso tra tutte le agenzie internazionali. Ma nel maggio scorso ha migliorato le prospettive da stabili a positive. Significa che un upgrade sarebbe nell’aria.
Se Moody’s promuovesse il rating dell’Italia a Baa2, i fondi d’investimento accentuerebbero gli acquisti di BTp. Il rischio di una caduta tra gli emittenti speculativi sarebbe più lontano, considerato definitivamente improbabile. Da notare che ad ottobre si esprimeranno altre due agenzie minori, cioè DBRS e Scope, rispettivamente il 17 e 31. La prima ha migliorato il suo outlook a positivo nell’ottobre scorso, mantenendo il giudizio a BBB(high). La seconda lo mantiene a BBB+ con outlook stabile sin dal 2021. In teoria, un upgrade potrebbe arrivare dalla prima. La seconda potrebbe migliorare le prospettive.

Rating Italia, possibile impatto su spread
Quale impatto da una o più possibili promozioni del rating per l’Italia? Da quando nell’ultimo anno le agenzie hanno iniziato ad alzare i giudizi, lo spread BTp-Bund a 10 anni si è contratto di una trentina di punti.
E’ sceso fin sotto gli 80 punti, ai minimi dal 2010. Un ulteriore restringimento diventerebbe più improbabile, dato che il più è già avvenuto. Probabile, però, che se contestualmente il rating francese venisse declassato, i rendimenti italiani lungo la curva scenderebbero sotto i livelli transalpini. Sarebbe un evento di portata storica, del quale già da qualche mese s’intravede qualcosa.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
