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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensione prima grazie al TFR usato diversamente, ecco la novità per la riforma 2026

Nel 2026 si andrà in pensione prima usando il TFR? ecco l'ipotesi di nuova riforma del sistema in base alle ultime dichiarazioni di Durigon.
3 mesi fa
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pensioni e tfr
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Addio al TFR come strumento per realizzare un sogno personale o per aiutare un figlio, magari nell’acquisto della casa o nella realizzazione dei suoi progetti. Con l’attuale piega che sta prendendo la riforma delle pensioni inserita nella legge di Bilancio, questa prospettiva appare ormai come una realtà concreta. Tradizionalmente il TFR rappresenta ciò che un lavoratore spera di ricevere a fine carriera dal proprio datore di lavoro, per raggiungere obiettivi importanti come quelli citati. Oggi, invece, sembra che il TFR dovrà essere utilizzato per anticipare la pensione. Naturalmente, ciò riguarderà solo chi desidera ritirarsi dal lavoro prima del previsto.

Se da un lato questo può sembrare un aspetto negativo, dall’altro bisogna riconoscere che si tratta di un provvedimento capace di aprire le porte al pensionamento anticipato per molti più contribuenti rispetto al passato.

Pensione prima grazie al TFR usato diversamente: la novità della riforma 2026

Ancora una volta sono le parole del sottosegretario Claudio Durigon a suscitare clamore intorno alla riforma delle pensioni, parlando dell’utilizzo del TFR. Secondo Durigon, la cosiddetta “buonuscita” potrà essere sfruttata per raggiungere più velocemente la pensione, e questa misura sarà inserita nella legge di Bilancio.

L’obiettivo è chiaro: utilizzare la liquidazione per arrivare a coprire l’importo minimo della pensione necessario per accedere a una nuova misura di uscita. Si tratta della pensione anticipata contributiva, oggi riservata a chi ha iniziato a versare dopo il 31 dicembre 1995.

Questa prestazione, però, non si ottiene soltanto raggiungendo i 64 anni di età e i 20 anni di contributi versati: è infatti indispensabile maturare un assegno pari almeno a tre volte l’importo dell’assegno sociale.

Tra previdenza obbligatoria e previdenza complementare: cosa ha detto Durigon

Per facilitare il raggiungimento di un obiettivo che di per sé non è semplice, già quest’anno è stata introdotta una novità. Ai contributivi puri viene infatti concessa la possibilità di accedere alla pensione anticipata contributiva sfruttando anche la rendita maturata nei fondi pensione integrativi.

La previdenza integrativa diventa così un veicolo per agevolare l’uscita dal lavoro, affiancando la previdenza obbligatoria: un percorso che il governo sembra ormai intenzionato a consolidare.

Sommando la pensione maturata all’INPS con la rendita dei fondi pensione, diventa più semplice raggiungere la soglia minima di tre volte l’assegno sociale. Da qui l’idea: convogliare anche il TFR nei fondi pensione, così da potenziare la rendita e facilitare ancora di più il raggiungimento di tale obiettivo.

La riforma delle pensioni: come usare il TFR per andarci prima

Daremo la possibilità di usare la liquidazione come rendita per raggiungere la soglia minima di pensione”: così ha ribadito Durigon in un’intervista al Corriere della Sera.

Secondo le ultime indiscrezioni, non solo i contributivi puri, ma anche i lavoratori con carriere miste potranno beneficiare di questa opportunità. Per loro, la prospettiva sarà di andare in pensione a 64 anni con almeno 25 anni di contributi.

In questo modo anche chi ha iniziato a versare prima del 1996 potrà anticipare l’uscita, utilizzando entrambe le forme previdenziali.

Non ci sarà alcun obbligo di destinare il TFR alla previdenza integrativa: tutto rimarrà su base volontaria.

Il lavoratore si troverà quindi davanti a un bivio:

  • proseguire fino a 67 anni, ricevendo il TFR interamente a fine carriera;
  • ritirarsi a 64 anni, sfruttando il TFR come integrazione per raggiungere il requisito pensionistico.

Durigon ha anche confermato che il governo intende bloccare l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni e 3 mesi previsto dal 2027, lasciando quindi un quadro più stabile per chi dovrà pianificare il proprio futuro previdenziale.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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