La politica italiana è in vacanza, anche se fondamentalmente non chiude mai del tutto per ferie. In queste settimane di agosto il governo ha la testa già alla ripresa delle attività a settembre, quando dovrà mettere ufficialmente mano alla legge di Bilancio per il 2026. Sarà l’ultima prima delle nuove elezioni politiche nel 2027. E Forza Italia reclama il taglio dell’IRPEF, una promessa elettorale sfumata l’anno scorso per ragioni di bilancio. Questa volta è quella buona, dicono dalle parti non solo di Antonio Tajani, ma anche di Fratelli d’Italia.
Taglio IRPEF sul secondo scaglione
Il leader azzurro e vicepremier deve portare avanti il cavallo di battaglia storico del suo partito, specie dopo che Pier Silvio Berlusconi gli ha tirato le orecchie con la sollecitazione ad occuparsi di fisco ed economia più che di “ius scholae”.
La proposta è la stessa del 2024: taglio della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%. Costerebbe 4 miliardi di euro per effetto delle minori entrate. Il contribuente risparmierebbe fino ad un massimo di 440 euro all’anno nel caso in cui dichiarasse almeno 50.000 euro. Questo a parità di scaglioni di reddito.
Tuttavia, Tajani lancia una seconda proposta, sebbene resti da vedere se sia alternativa o complementare alla precedente: estendere il secondo scaglione Irpef da 50.000 a 60.000 euro. In questo caso, il risparmio massimo per il contribuente con reddito almeno di 60.000 euro lordi salirebbe a 1.440 euro. Infatti, sugli ultimi 10.000 euro l’aliquota scenderebbe dal 43% al 33% dopo il taglio dell’IRPEF.
Ricordiamo che le aliquote IRPEF sono scese a tre con l’attuale governo e sono:
- 23% fino a 28.000 euro
- 35% da 28.001 a 50.000 euro
- 43% sopra 50.000 euro
Lega punta su rottamazione delle cartelle
Il taglio dell’IRPEF al ceto medio è una promessa dell’intero centro-destra.
La Lega spinge, però, per una nuova rottamazione delle cartelle. Una riedizione della “pace fiscale”, che avverrebbe eventualmente a discapito della proposta di Forza Italia. La coperta è corta e già il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha messo le mani avanti: non tutto e né subito. I conti pubblici vanno bene, meglio delle previsioni. Lo spread è sceso a 80 punti, ai minimi dal 2010. I mercati premiano la prudenza fiscale del governo Meloni e proprio per questo non sono ammissibili colpi di testa. Le coperture finanziarie saranno d’obbligo.
Gettito IRPEF pilastro del sistema tributario
L’IRPEF è l’imposta sui redditi delle persone fisiche, pilastro del nostro sistema fiscale con un gettito di oltre 235 miliardi nel 2024 e pari al 35% di quello tributario complessivo. Sommando le addizionali regionali e comunali, sale a quasi 257 miliardi e al 38% del gettito complessivo. Le sole addizionali incidono per il 29% delle imposte territoriali riscosse nel Bel Paese.
Le soluzioni per giungere al taglio dell’IRPEF possono essere molteplici. Si potranno concentrare le risorse interamente sull’abbassamento della seconda aliquota o sull’estensione del primo e/o secondo scaglione verso l’alto. Possibile anche un mix tra queste misure. Tutto dipenderà dai numeri. Sono numericamente inferiori i contribuenti che dichiarano più di 50.000 euro di quelli che ne dichiarano poco più di 28.000.
Tuttavia, i primi avvertono l’esigenza di pagare meno tasse un po’ di più dei secondi per via dell’alta imposizione a cui vengono sottoposti. Spetta alla politica scegliere chi accontentare, fermo restando che qualsivoglia soluzione non sarebbe l’ultima. Il governo avrebbe a disposizione un’ultima legge di Bilancio per il 2027 per adempiere alle promesse elettorali.
Taglio IRPEF e benefici per lavoratori
Se il primo scaglione IRPEF fosse esteso sopra i 28.000 euro, il contribuente risparmierebbe 120 euro per ogni 1.000 euro dichiarati sopra tale soglia. L’aliquota scenderebbe, infatti, dal 35% al 23%. Nella fascia 26.000-35.000 euro ci sono 6,4 milioni di contribuenti. Sopra i 35.000 e fino a 75.000 euro, invece, i contribuenti scendono a 4,1 milioni. Numeri che confermano la sproporzione tra scaglioni. C’è anche la richiesta di Tajani di detassare straordinari, festivi e premi di produzione. E benefici sarebbero previsti anche per i lavoratori che guadagnano meno di 9 euro lordi l’ora, attraverso sgravi contributivi. Difficile, però, che resti qualcosa dopo il taglio dell’IRPEF. Sarà già tanto se si troveranno le coperture per questa sola operazione.
giuseppe.timpone@investireoggi.it