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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni anticipate, salgono le richieste, ecco le misure da sfruttare adesso

In calo le pensioni anticipate rispetto a quelle di vecchiaia, ma Ape sociale e quota 41 precoci, soprattutto per i gravosi, crescono.
4 mesi fa
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Ecco la risposta alla domadna delle domande: quanto prendo di pensione se ho versato solo 20 anni di contributi?
© Investireoggi

Le pensioni anticipate sono in calo: questo è quanto emerge dal report dell’INPS basato sugli ultimi dati relativi alle richieste di pensionamento nel primo semestre del 2025, confrontati con lo stesso periodo del 2024. Tuttavia, un’analisi più approfondita evidenzia che per alcune misure si è registrato un vero e proprio boom di richieste.

In sostanza, se da un lato alcune novità introdotte dal Governo hanno portato a un calo delle richieste di pensionamento anticipato — poiché risultano troppo penalizzanti per i lavoratori — dall’altro lato ci sono misure che hanno avuto un incremento notevole. Ed è proprio su queste che vale la pena concentrare l’attenzione, per capire se chi è interessato alla pensione può sfruttare questi canali.

Ma quali sono le pensioni anticipate per cui aumentano le richieste? Ecco, una per una, le misure attualmente più vantaggiose da considerare per chi vuole pensionarsi subito.

Pensioni anticipate, salgono le richieste: ecco le misure da sfruttare adesso

Sebbene sia vero che, numeri alla mano, l’INPS ha liquidato meno pensioni anticipate nei primi sei mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024, è importante analizzare cosa ha causato questo calo.

Una delle cause principali riguarda Opzione Donna. In passato, consentiva a tutte le lavoratrici di accedere alla pensione al compimento di 58 o 59 anni (a seconda che fossero dipendenti o autonome), con almeno 35 anni di contributi versati. Oggi, invece, l’accesso è limitato a categorie specifiche, come:

  • caregiver;
  • invalide;
  • licenziate;
  • lavoratrici coinvolte in crisi aziendali, con tavoli aperti presso il Ministero.

Anche la nuova versione della pensione per quotisti, ovvero Quota 103, ha subito modifiche sostanziali. In precedenza era calcolata con un sistema misto, mentre ora è a calcolo contributivo, risultando quindi meno conveniente dal punto di vista dell’importo erogato.

Inoltre, se prima la pensione poteva raggiungere fino a 5 volte il trattamento minimo, oggi il limite è sceso a 4 volte.

In sintesi, le penalizzazioni introdotte hanno causato il calo delle domande per queste due forme di pensionamento anticipato. Tuttavia, per altre misure si osserva una risalita delle richieste, come evidenziato nella Relazione Annuale dell’INPS. In particolare, si registra un aumento delle domande per l’Ape Sociale e, più in generale, per le pensioni dedicate a chi svolge mansioni gravose o usuranti.

Nel solo 2024, le domande per accedere all’Ape Sociale sono cresciute di circa il 10% rispetto al 2023.

I requisiti per l’Ape Sociale

Per accedere alla pensione con l’Ape Sociale è necessario appartenere a una delle quattro categorie previste:

  • addetti a lavori gravosi;
  • invalidi;
  • caregiver;
  • disoccupati.

Il lavoro gravoso deve essere stato svolto per almeno 6 degli ultimi 7 anni, oppure per almeno 7 degli ultimi 10 anni. Solo in questi casi è possibile ottenere l’Ape Sociale per lavoro gravoso.

Per gli invalidi, è richiesto un grado di invalidità civile pari almeno al 74%, certificato. I caregiver, invece, devono convivere da almeno 6 mesi con un familiare invalido grave. Quest’ultimo può essere il coniuge, un parente di primo grado, oppure un parente o affine di secondo grado (ma solo se non ci sono altri parenti di primo grado o coniugi disponibili o validi).

Infine, per i disoccupati, è necessario aver terminato l’intera Naspi spettante.

Quota 41 per i lavoratori precoci: salgono le richieste anche per questa misura

In crescita anche le richieste per la pensione anticipata dei lavoratori precoci, ovvero la Quota 41. Si tratta di una misura strettamente collegata all’Ape Sociale, ma con alcune differenze fondamentali.

Mentre per l’Ape Sociale sono richiesti 30 o 36 anni di contributi e un’età minima di 63 anni e 5 mesi, la Quota 41 non prevede limiti anagrafici. Si può andare in pensione al raggiungimento di 41 anni di contributi, a condizione che almeno uno di questi anni sia stato versato prima del compimento dei 19 anni.

Le due misure sono considerate gemelle perché si rivolgono alle stesse categorie di lavoratori, con la Quota 41 che include anche i lavoratori usuranti.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.