In Italia c’è una forma di pensionamento che si chiama “anticipata ordinaria”. Ma se si guardano in requisiti, tutto fa pensare, tranne che essere anticipata. E’ definita così perché è slegata dal requisito anagrafico. E’, invece, legata al solo requisito degli anni di lavori. Ossia degli anni di contributo versati.
Si chiama anticipata perché permette il pensionamento anche prima che si raggiunga l’età ordinaria prevista per la pensione di vecchia. Attualmente fissata a 67 anni.
Chi può accedere alla pensione anticipata ordinaria
La pensione anticipata ordinaria non è una strada percorribile da tutti, ma solo da specifiche categorie di lavoratori, ossia per gli iscritti:
- all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), che include il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti e le Gestioni speciali per i lavoratori autonomi;
- alla Gestione Separata INPS;
- alle forme sostitutive dell’AGO, come ad esempio il Fondo Volo (per i dipendenti da aziende di navigazione aerea) e la Gestione sport e spettacolo (per i lavoratori dello spettacolo e sportivi professionisti);
- alle forme esclusive dell’AGO, come ad esempio le Gestioni dei dipendenti pubblici (dipendenti dello Stato, degli enti locali, del settore sanità, ufficiali giudiziari e gli insegnanti d’asilo dipendenti dei comuni, delle scuole elementari parificate).
I requisiti contributivi: oltre 40 anni di lavoro
Come già detto, questa forma (che non deve essere confusa con domanda di pensione anticipata flessibile, c.d. Quota 103), non dipende dall’età anagrafica ma solo dagli anni di contributi versati. Per andare in pensione anticipata ordinaria servono:
- 41 anni e 10 mesi di contributi, se donna;
- 42 anni e 10 mesi di contributi, se uomini.
Si tratta, dunque, di soggetti con una carriera lavorativa molto lunga e che hanno iniziato a lavorare da giovani.
Un soggetto (uomo) che ha iniziato a lavorare a 20 anni, può andare in pensione a 62 anni e 10 mesi, se ha 42 anni e 10 mesi di contributi versati.
Tutte le finestre della pensione anticipata ordinaria
Attenzione alle c.d. finestre. Si tratta del periodo che intercorre tra il momento in cui sono maturati i requisiti per la pensione e il momento in cui si riceve il primo assegno mensile di pensione. Queste le attuali finestre previste per la pensione anticipata ordinaria:
- 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi (entro il 31 dicembre 2024);
- 4 mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi (entro il 31 dicembre 2025);
- 5 mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi (entro il 31 dicembre 2026);
- 7 mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi (entro il 31 dicembre 2027);
- 7 mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi (a decorrere dal 1° gennaio 2028).
Una finestra che, dunque, segue un trend di crescita negli anni fino al 2028. Chi va in pensione nel 2025 riesce a prendere il primo assegno dovendo aspettare un arco di tempo minore rispetto a chi andrà negli anni successivi.
Riassumendo
- È chiamata “anticipata” perché indipendente dall’età, basata solo sui contributi versati.
- Serve almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 e 10 per le donne.
- Valida solo per iscritti a specifici fondi INPS, inclusi AGO e Gestione Separata.
- Non è accessibile a tutti: riservata a chi ha iniziato a lavorare molto giovane.
- La finestra temporale tra maturazione requisiti e primo assegno aumenta ogni anno.
- Dal 2028, l’attesa per ricevere la pensione sarà di nove mesi dopo i requisiti.