Ci sono buone notizie per gli automobilisti: il prezzo del petrolio sui mercati internazionali si sta stabilizzando nell’ultima settimana sotto i 70 dollari al barile e mentre scriviamo viene scambiato per meno di 67 dollari. Era schizzato sopra 76 dollari dopo gli attacchi americani contro tre siti nucleari in Iran. La tregua con Israele su pressione degli Stati Uniti ha riportato la calma. Ma all’atto pratico non sta cambiando nulla per chi fa benzina, perché il prezzo alla pompa non scende. Ed è la solita storia, con le associazioni dei consumatori che presentano esposti e denunciano la scarsa trasparenza dei distributori, mentre questi si difendono aggrappandosi alle spiegazioni di sempre: il prezzo dipende da diversi fattori, non solo dal costo del greggio.
Prezzo alla pompa, dati
Peccato per loro che non solo stia scendendo il prezzo del barile in dollari, ma anche il cambio del dollaro contro l’euro. A più di 1,17 la moneta unica è salita ai massimi dal 2021. In soldoni, stiamo pagando la materia prima ancora meno di quanto suggeriscano le sole quotazioni. E noi abbiamo voluto approfondire la questione per capire se il prezzo alla pompa sia effettivamente non giustificato dai prezzi.
Nel mese di giugno dello scorso anno, un barile di Brent ci costò in media 83 dollari e ad un tasso di cambio di 1,076. Nel mese che si conclude oggi, un barile ci è costato in media 69 dollari e al cambio di 1,1535. Tradotto in euro, siamo passati da 77,13 a 59,83 (-22,4%). Non prendete questi dati troppo alla lettera, perché all’atto pratico i costi delle importazioni dipendono anche da altri fattori. Tuttavia, sono assai indicativi della situazione reale. Poiché un barile equivale a 159 litri di carburante, possiamo affermare che il costo della materia prima sia passata nell’ultimo anno da 48,51 a 37,63 centesimi.
Applicando l’IVA del 22%, da 59,18 a 45,91 centesimi.
Intervento a maggio su accise
A parità di tutto il resto, quindi, dovremmo attenderci che il prezzo alla pompa sia sceso di oltre 13 centesimi nell’ultimo anno. In realtà, dobbiamo precisare che a maggio le accise sulla benzina sono state tagliate di 1,50 centesimi al litro, mentre le accise sul diesel sono state aumentate dello stesso importo. Tenendo presente questa variazione, la benzina dovrebbe costarci oggi circa 15,10 centesimi in meno al litro di un anno fa, mentre il diesel attorno a 11,45 centesimi in meno. Quali sono i dati effettivi?
L’ultima rilevazione settimanale dei Ministero dello Sviluppo ha trovato che il prezzo alla pompa in media nel Bel Paese sia stato di 1,734 euro al litro per la benzina e 1,643 euro per il diesel. Nella media del giugno 2024, erano rispettivamente a 1,861 e 1,741 euro. Dunque, nel giro di un anno c’è stato un calo di 12,7 centesimi per la benzina e 9,8 centesimi per il diesel. Rispetto al calo teorico da noi sopra stimato, siamo a circa un paio di centesimi in meno. Ripetiamo, però, che la nostra stima vale a parità di tutti gli altri costi sostenuti dalle compagnie petrolifere e dalla distribuzione, tra cui le remunerazioni per i gestori.
Speculazione poco incisiva
In conclusione, ci permettiamo di suggerire alle associazioni dei consumatori a non fossilizzarsi sui dati settimanali o giornalieri. Per capire se e in quale misura i gestori degli impianti ci marciano, bisogna allungare l’orizzonte temporale almeno al mese ed effettuare confronti anno su anno. I dati rivelano che la situazione reale sia molto meno peggiore del temuto. Qualche centesimo di cosiddetta “speculazione” esisterebbe, ma grosso modo il prezzo alla pompa riflette benissimo il trend di petrolio e cambio. Che poi gli adeguamenti al rialzo siano immediati e quelli al ribasso oltremodo lenti, è fuori di dubbio.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

