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Oggi: 05 Dic, 2025

Nuova minaccia di dazi dagli Stati Uniti, l’Europa sotto pressione

Trump rilancia i dazi contro l’UE: entro il 9 luglio si rischia una guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa.
5 mesi fa
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Dazi
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Mancano pochi giorni a una data che potrebbe cambiare radicalmente gli equilibri commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea. Il 9 luglio segna la scadenza di una sospensione temporanea dei dazi, ma dietro le quinte si sta preparando una nuova ondata di tensioni economiche. Il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato l’intenzione di imporre tariffe doganali fino al 50% su tutti i beni provenienti dal mercato europeo. Un segnale chiaro e aggressivo, che rischia di far precipitare i rapporti transatlantici in una vera e propria guerra commerciale.

L’obiettivo dichiarato da Trump è quello di ridurre il disavanzo commerciale con l’Europa, incentivare le importazioni di energia dagli Stati Uniti e costringere Bruxelles ad accettare un accordo commerciale bilaterale più favorevole a Washington.

In risposta, la Commissione Europea si prepara a introdurre contromisure del valore potenziale di 95 miliardi di euro, una cifra che rende evidente l’intensità dello scontro in atto. In questo clima teso, le cancellerie europee si dividono sulla strategia da adottare: c’è chi spinge per il dialogo e chi chiede fermezza. Il rischio è che il Vecchio Continente si presenti al tavolo delle trattative senza una linea comune, rendendo più difficile contenere le ambizioni statunitensi.

Dazi al centro delle tensioni, Trump rilancia con nuove condizioni

Il nuovo pacchetto di dazi ipotizzato dall’amministrazione americana si basa su due pilastri fondamentali. Il primo è l’introduzione di una tariffa minima del 10% su tutti i prodotti europei. Il secondo è un’esplicita richiesta all’Unione Europea di aumentare le importazioni di gas naturale liquefatto e di combustibile nucleare statunitense, con l’intento di ridurre la dipendenza energetica dell’Europa da altri attori internazionali.

Queste condizioni, che puntano a riequilibrare la bilancia commerciale a favore degli USA, sono viste da molti analisti come un tentativo di rafforzare l’influenza americana sul mercato energetico globale. Tuttavia, per l’Europa si tratta di una stretta difficile da accettare, soprattutto in un momento in cui Bruxelles punta a diversificare le fonti energetiche e accelerare la transizione ecologica.

L’imposizione dei dazi, se confermata, avrebbe effetti diretti sull’industria automobilistica tedesca, sull’agroalimentare francese e sui settori ad alto valore aggiunto italiani. Ma le conseguenze andrebbero ben oltre il piano economico: a rischio ci sarebbero anche le relazioni politiche e diplomatiche tra due partner storici.

Fratture interne all’UE complicano i negoziati

Di fronte alla minaccia dei dazi americani, l’Unione Europea fatica a trovare una posizione condivisa. I Paesi membri mostrano approcci differenti: la Germania, da sempre legata alle esportazioni, è orientata verso un compromesso rapido. Il cancelliere Merz ha sottolineato l’importanza di tutelare la filiera industriale tedesca, a partire dal settore automobilistico, già sotto pressione da normative ambientali sempre più stringenti.

La Francia, invece, difende con forza la necessità di un accordo equilibrato. Il presidente Macron ha ribadito che l’Europa non può cedere a pressioni unilaterali e che ogni intesa commerciale deve garantire la reciprocità e il rispetto degli standard europei.

La Spagna, più defilata ma comunque coinvolta, teme che un’escalation commerciale possa aggravare il deficit commerciale con gli Stati Uniti, già fonte di preoccupazione per il governo di Madrid.

Questo mosaico di interessi rischia di indebolire la posizione dell’Unione nei colloqui con Washington, rendendo più difficile opporsi a eventuali misure punitive senza esporsi a ritorsioni mirate. La Commissione Europea è chiamata a gestire un equilibrio delicato: da un lato, difendere l’integrità del mercato interno; dall’altro, evitare una guerra commerciale che potrebbe danneggiare tutte le economie europee.

Ultimi giorni per evitare i dazi: l’UE studia le contromisure

A Bruxelles, il tempo stringe. Il 9 luglio è la scadenza fissata per decidere se rinnovare la sospensione dei dazi o dare il via libera alle nuove tariffe. In questo contesto, la Commissione Europea ha già elaborato una lista di prodotti statunitensi su cui applicare misure di ritorsione, che includerebbero non solo beni di consumo ma anche servizi digitali e accesso agli appalti pubblici europei.

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che l’UE resta aperta al dialogo, ma è pronta a difendere i propri interessi economici con tutti gli strumenti a disposizione. Le consultazioni tra i leader europei sono in corso, e le prossime ore saranno decisive per comprendere se ci saranno i margini per un’intesa o se si andrà verso uno scontro aperto.

Intanto, i mercati osservano con attenzione. Una rottura tra USA e UE avrebbe effetti immediati sulle borse, sulle catene di approvvigionamento e sulle strategie industriali. E mentre la diplomazia lavora a ritmi serrati, l’Europa si interroga su come reagire all’ennesima prova di forza di Washington.

In sintesi.

  • Trump minaccia nuovi dazi fino al 50% sui beni europei entro il 9 luglio.
  • L’UE valuta contromisure per 95 miliardi di euro.
  • I Paesi membri sono divisi sulla strategia da adottare nei negoziati.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017, scrive per il web dal 2010.
Da autore letterario ha scritto il graphic novel Notteterna e la raccolta di racconti L'Orrore Dentro edita dalla Diana Edizioni.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia potrà mai replicare.

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