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Oggi: 05 Dic, 2025

Spese sanitarie all’estero: quali prove servono per la detrazione nel 730?

Sempre più cittadini si curano all’estero: ma quali spese sanitarie sono detraibili e con quali regole fiscali?
6 mesi fa
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Foto © Licenza Creative Commons

Le cure mediche ricevute oltre i confini nazionali possono generare vantaggi fiscali, a patto che siano rispettate alcune condizioni. Il trattamento tributario applicabile alle spese sanitarie sostenute in altri Paesi è infatti analogo a quello previsto per le medesime spese effettuate in Italia.

Tuttavia, è fondamentale comprendere quali documenti conservare. E quali costi sono realmente detraibili per evitare errori in fase di dichiarazione dei redditi.

Detrazione del 19% anche per le spese sanitarie fatte all’estero

La normativa italiana riconosce la possibilità di detrarre il 19% delle spese mediche sostenute in Paesi esteri, così come avviene per quelle affrontate sul territorio nazionale. Tale beneficio fiscale si applica esclusivamente all’importo che eccede la soglia minima di 129,11 euro, definita come franchigia.

In altri termini, solo la parte della spesa che supera (complessivamente) tale limite può essere portata in detrazione dall’imposta dovuta.

Questa agevolazione è destinata sia ai cittadini italiani che si recano fuori dall’Italia per cure particolari, sia a chi si trovi temporaneamente all’estero e abbia necessità di prestazioni mediche. La parità di trattamento tra spese sanitarie nazionali ed estere riflette il principio di neutralità territoriale previsto dal sistema fiscale italiano.

Documentazione necessaria per usufruire della detrazione

Un elemento centrale per l’accesso al beneficio è la corretta conservazione dei documenti giustificativi. È infatti indispensabile che le ricevute o le fatture relative alle spese sanitarie all’estero siano debitamente quietanzate, ovvero comprovate dal pagamento effettuato.

Tali documenti devono essere conservati dal contribuente e messi a disposizione in caso di eventuali controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. La tracciabilità e la chiarezza della spesa rappresentano quindi requisiti imprescindibili.

Traduzione dei documenti in lingua straniera

Secondo  le istruzioni sugli oneri detraibili dell’Agenzia Entrate, quando le ricevute sono redatte in una lingua diversa dall’italiano, è necessario fornire una traduzione per consentirne la comprensione ai fini fiscali. La normativa distingue tra lingue comunitarie maggiormente diffuse e lingue meno comuni. Nel primo caso, cioè se la documentazione è redatta in inglese, francese, tedesco o spagnolo, la traduzione può essere curata direttamente dal contribuente, che dovrà apporvi la propria firma.

Se invece la lingua utilizzata nei documenti non rientra in queste quattro, è richiesto che la traduzione venga eseguita da un professionista e resa “giurata”, cioè asseverata davanti a un pubblico ufficiale. Questo garantisce la validità legale della traduzione e ne certifica l’accuratezza.

Spese sanitarie all’estero: viaggio e soggiorno esclusi

Un errore comune riguarda l’inclusione delle spese relative al trasferimento e alla permanenza all’estero nella somma detraibile. È importante chiarire che i costi di trasporto, alloggio o vitto, anche se connessi a motivi di salute, non rientrano tra le spese che possono essere detratte. Il motivo è che tali costi non hanno natura sanitaria in senso stretto.

La finalità della norma è infatti quella di agevolare economicamente solo le prestazioni mediche vere e proprie – ad esempio visite specialistiche, interventi chirurgici, esami diagnostici, terapie – e non le spese logistiche o organizzative, anche se strettamente connesse al percorso di cura.

Le cure fuori dall’Italia nel contesto del sistema fiscale

La possibilità di dedurre le spese sanitarie all’estero si inserisce in un contesto normativo che riconosce la crescente mobilità dei cittadini e la dimensione sempre più internazionale dell’assistenza sanitaria. Con l’apertura delle frontiere e la disponibilità di strutture altamente specializzate in altri Paesi, sono sempre più numerosi i contribuenti italiani che scelgono di rivolgersi a cliniche e ospedali esteri, sia per motivi di qualità sia per ragioni economiche.

Il sistema fiscale risponde a queste esigenze prevedendo una disciplina chiara e omogenea, che però richiede attenzione ai dettagli documentali e linguistici. In particolare, l’onere della prova ricade sul contribuente, che deve dimostrare l’effettivo sostenimento della spesa e la sua natura sanitaria.

Riassumendo

  • Le spese sanitarie all’estero sono detraibili al 19% oltre i 129,11 euro.
  • Serve documentazione quietanzata per dimostrare l’effettivo pagamento delle prestazioni mediche.
  • Le traduzioni da inglese, francese, tedesco o spagnolo possono essere fatte dal contribuente.
  • Le lingue diverse richiedono traduzioni giurate legalmente asseverate.
  • Spese di viaggio e soggiorno non sono detraibili, anche se connesse alla salute.
  • Detrazioni valide solo per cure sanitarie documentate ricevute all’estero.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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