A rivedere adesso il Game Boy, con quella grafica retrò e priva di colori, quei pulsanti tradizionali che oggi ci risultano decisamente semplici (ma allora capire certi meccanismi su certi giochi poteva essere difficile) e rivedere l’interno universo Nintendo compresso su uno schermo piccolo e avaro di particolari, viene un po’ di nostalgia. Abituati oggi a tutt’altro tipo di console, sembra passato davvero poco tempo quando ci divertivamo a smanettare questa console portatile che il 21 aprile 1989 sbarcò in Giappone.
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All’inizio fu Game Boy…
Una sola parola: portatile. Così com’era l’Atari Lynx, uno dei concorrenti più agguerriti del Game Boy. Portatile come un giorno furono gli smartphone e i tablet. Ecco, giocare al Game Boy equivale oggi a giocare su uno smartphone, con la differenza che quest’ultimo ha uno schermo molto più grande e i giochi sono a colori. Ma il Game Boy ha aperto una via, ha creato un pubblico, ha rifondato un universo e posto le basi.
Quando giocavamo su un display da 2,9 pollici
Giocavamo con una console dalle specifiche davvero risicate se pensiamo a quelle di oggi: display LCD da 2,9 pollici con risoluzione 160×144 pixel, processore Sharp LR35902 a 8 bit da 4,19 MHz, 8 KB di RAM, e 4 batterie di tipo AA, che dovevamo usare con molta parsimonia per non restare a secco dopo 2 giorni.
Un mondo di giochi
25 anni di Game Boy significa anche ricordare quando Tetris era un titolo di punta, quando i platform game erano i giochi d’avventura e d’azione, quando ripescare sul Game Boy uno di quei giochi con cui ci divertivamo nelle sale giochi era un’emozione.
Buona visione!
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