Piace il diritto all’oblio anche se è un’illusione, piace moltissimo agli europei che in soli 4 giorni hanno subissato Google di domande di cancellazione dei link che li riguardano che figurano sul motore di ricerca attraverso l’apposito form. 40 mila richieste in 4 giorni, con un ritmo di ben 10 mila domande al giorno, con le più numerose che provengono da Germania e Gran Bretagna. Da Mountain View fanno sapere che le prime richieste saranno evase entro metà giugno, ma non tutte potranno essere accettate, visto che prima sarà necessario verificare l’attendibilità delle motivazioni fornite dagli utenti e la rilevanza delle loro domande.
Perché il diritto all’oblio piace
Una boccata d’aria fresca, un sospiro di sollievo. Con la nuova normativa sui cookie e il modulo offerto da Google agli utenti per farsi cancellare dai risultati forniti dal motore di ricerca la privacy sul web sembra fare passi da gigante, anche se non è proprio così. Quando si parla di internet, la privacy è sempre un optional e questo va costantemente ricordato. E’ sufficiente iscriversi a un servizio o perfino inviare il proprio curriculum a un’azienda per essere subissato da newsletter, e-mail non gradite e non richieste o ancora pubblicità mirata vero i propri interessi. Il diritto all’oblio piace proprio perché nell’era della socializzazione a tutti i costi e dei pericoli che minacciano la privacy, l’anonimato è diventato un lusso che ormai è diventato difficile concedersi. Forse più in là (forse già oggi) ci saranno persone che pagheranno a peso d’oro il diritto all’anonimato totale. Per ora il diritto all’oblio è un lusso che solo Google concede, ma è mirato, selezionato, targettizzato verso tutte quelle persone che vogliono cancellarsi dal motore di ricerca più popolare del mondo, dove ogni giorno si reca il 90% degli internauti, per eliminare per sempre informazioni passate o false che non rendono loro credito o che peggiorano la loro reputazione.
Perché il diritto all’oblio è un’illusione
Solo Google. La direttiva è chiara. Non parla di altri motori di ricerca. Fondamentale siamo convinti che Google dominerà il mercato della ricerca (perché fondamentalmente questo è) per molto tempo ancora, ma così come ogni grande colosso, un domani avanzeranno nuovi motori che non saranno interessati dalla direttiva e che potranno postare quei contenuti i cui utenti oggi hanno richiesto la rimozione. Già oggi, se ci pensiamo, potrebbe accadere. Quanti motori di ricerca esistono al momento in cui scriviamo? Oltre a Google vi sono anche Yahoo! e Bing, ma nella lista si può contare anche Ask tra i più usati e infine tutti gli altri che non conosciamo ancora o sfruttiamo pochissimo, magari quelli che preferiscono estrapolare le informazioni scegliendole tra quelle non indicizzate sugli altri motori di ricerca o prendendole grazie alle collaborazioni con archivi pubblici e privati (è il caso di Istella, ad esempio, solo per citarne uno).