Un miliardo e mezzo di anni fa due buchi neri ruotano attorno a loro reciprocamente a una velocità che è la metà di quella della luce: il primo ha una massa pari a 29 masse solari, mentre il secondo pesa 36 masse solari. La loro fusione è inevitabile e ciò crea un unico buco nero di ben 62 masse solari circa. Un momento: i conti non tornano; quanto fa 29 + 36? 65 masse solari. E perché il buco nero creato dalla fusione dei due buchi neri è di sole 62 masse solari? Che fine hanno fatto le 3 masse solari mancanti? Semplice, sono state rilasciate nell’universo sotto forma di onde gravitazionali.
Cosa sono le onde gravitazionali
Ora immaginate una coperta sospesa in aria e tirata da un’estremità all’altra da dei ganci. Quindi gettateci una pallina da tennis e vedrete che la parte su cui poggia la pallina si deformerà, scendendo verso il basso. Se ci gettate un pallone da calcio, avrete la stessa identica deformazione, ma molto più grande ovviamente, perché il pallone da calcio è un oggetto con massa maggiore rispetto alla pallina da tennis. Ora, avete presente quando fate ruotare su se stessa e sempre più velocemente una palla da basket? Trasportate lo stesso concetto su quella coperta sospesa e vedrete che gli effetti di tale rotazione vengono direttamente subiti sia dalla pallina da tennis che dal pallone di calcio, i quali verranno attirati verso il centro in cui la palla da basket gira vorticosamente su se stessa.
Perché le onde gravitazionali sono così importanti
La scoperta del secolo è stata resa possibile grazie a una sfida impossibile raccolta dagli Stati Uniti – grazie alle antenne Ligo – e all’Europa – grazie alle antenne Virgo – che ha dimostrato ancora una volta come Albert Einstein avesse ragione e come la sua teoria della relatività generale sia stata finalmente pienamente dimostrata. L’esistenza delle onde gravitazionali, infatti, conferma implicitamente anche l’esistenza dei buchi neri – elementi attorno ai quali vige il più assoluto mistero – e allo stesso tempo connota lo spazio-tempo come una dimensione a sé stante e permette di guardare e studiare l’universo con occhi completamente diversi, un tassello fondamentale per conoscere in maniera più approfondita le leggi che regolano l’universo – e la gravità sembra l’elemento più preponderante in tal senso. Non ci resta che aspettare nuove sensazionali scoperte ricordando sempre con notevole ammirazione il genio di Albert Einstein, come padre fondatore della conoscenza sull’universo e su tutto ciò che d’ora in avanti ne seguirà. [youtube]https://www.youtube.com/watch?v=J6pjrvfA5MA[/youtube]