Come funziona questa nuovo bot dal nome insolito? Stiamo parlando di ChatGPT, una vera e propria chat che ci permette di dialogare con un’intelligenza artificiale la quale risponde alle nostre domande e arriva a sviluppare addirittura conoscenze specifiche che le permettono di comporre canzoni e poesie.

Partiamo dall’acronimo che accompagna la parola Chat, ossia GPT che sta per Generative Pretrained Transformer. Il fenomeno è diventato virale, con il rischio di un esperimento nuovamente fallito come quello dell’IA che divenne razzista dopo aver archiviato i post dei social.

Ebbene, questa IA non ha subito ancora alcuna deriva. Per fortuna.

ChatGPT, come funziona?

Dietro questa novità c’è OpenAI, la stessa azienda che sviluppò Dall-E. Dietro questa azienda c’è il solito Elon Musk, il quale la fondò nel 2015, ma che poi ne ha preso le distanze in seguito, lasciandola viaggiare autonomamente. Il software che supporta ChatGPT è in grado di comprendere il linguaggio umano e offrire risposte anche particolarmente complesse. Al momento sembra essere lo sviluppo più riuscito del settore, offrendo rispose che non è possibile distinguere da quelle umane. Questo perché l’algoritmo riesce ad inglobare una serie davvero enorme di informazioni prese sul web, così da emulare anche il linguaggio degli internauti.

Naturalmente, non mancano le domande senza risposta, ma nel caso specifico il cervellone elettronico ammette la sua incapacità di rispondere, e fa anche di più. Riesce addirittura a correggersi qualora la sua risposta risultasse successivamente sbagliata. Ma a che serve questo software? C’è chi intende utilizzarlo come una sorta di Google dialettico, ossia fare domande e ottenere la risposta a parole. In realtà, questo è già possibile farlo proprio con il noto motore di ricerca, basta cliccare sul microfono dello smartphone e parlare. A quel punto Big G troverà la risposta migliore dalle sue ricerche sul web. Il problema di ChatGPT però è che non è aggiornatissimo, i suoi dati si fermano infatti al 2021, quindi la stretta attualità dell’ultimo anno gli è ancora sconosciuta.

Le applicazioni in arte e lavoro

Canzoni e poesie. Le conoscenze matematiche gli permettono di creare musica, ed è inoltre in grado di comporre frasi da un gusto decisamente poetico, sempre ispirandosi a ciò che ha assimilato sul web. Ma quanto pare, questo software super intelligente risulta essere particolarmente utile anche per il lavoro. Lo stanno infatti usando blogger e giornalisti. Tra questi ultimi c’è Alex Kantrowitz, autore della newsletter Big Technology, il quale ha chiesto al’IA di scrivere un articolo praticamente su sé stesso, ossia sulla possibilità di creare modelli convenzionali avanzati, con le possibili derive che ne scaturirebbero. Ebbene, la macchina è addirittura in grado di fare autocritica, ecco cosa ha scritto:

“Immaginate un mondo in cui chatbot come ChatGPT sono in grado di diffondere disinformazione e manipolare le persone su vasta scala, senza che nessuno possa capire che non si tratta di umani. Le implicazioni di questo tipo di tecnologia sono davvero terrificanti e sta a noi assicurarci che non vada fuori controllo”.

C’è chi teme che una tecnologia così avanzata possa rubarci il lavoro. ChatGPT è infatti in grado anche di scrivere codici, insomma fare un vero e proprio working di ragioneria applicata. Siamo davvero a rischio? Sappiamo bene che una tecnologia fuori controllo può portare a conseguenze devastanti. Come lo stesso ChatGPT ci ricorda, sta a noi saper sfruttare il mezzo nel modo corretto evitando che vada fuori controllo.