Dal 2000 il tuo quotidiano indipendente su Economia, Mercati, Fisco e Pensioni
Oggi: 14 Dic, 2025

Tassa di 2 euro sui pacchi: stangata in arrivo per chi compra online

La nuova tassa colpirà milioni di acquisti online per pacchi sotto i 150 euro: ecco chi pagherà davvero e quanto peserà sugli ordini.
5 minuti fa
2 minuti di lettura
Tassa sui pacchi di 2 euro
Tassa sui pacchi di 2 euro © Investireoggi.it

Con l’arrivo dell’anno nuovo è prevista una stangata per coloro che fanno acquisti online. Il governo sta studiando l’introduzione di una tassa di 2 euro per i pacchi contenenti merci dal valore inferiore ai 150 euro. La misura avrebbe dovuto riguardare solamente le spedizioni extra-UE, così da colpire l’e-commerce cinese. Tuttavia, essa sarebbe stata dichiarata illegittima dall’Unione Europea, in quanto si sarebbe tradotta in un dazio vero e proprio. Ed è Bruxelles ad avere competenza esclusiva per la politica commerciale. Da cui la soluzione escogitata dall’esecutivo italiano: colpire tutti i pacchi sotto i 150 euro, compresi quelli spediti e in arrivo in Italia.

Stangata per chi fa acquisti online con frequenza

Se così, sarà una bella botta per i consumatori italiani. Particolarmente colpiti coloro che sono soliti fare acquisti online con molta frequenza. La soglia dei 150 euro è così alta, che nei fatti dovremmo mettere in conto che la tassa graverebbe su quasi tutti i pacchi ricevuti. Nel caso di una famiglia che effettuasse 3-4 acquisti online al mese, l’aggravio su base annua sarebbe di 72-96 euro. Una stangata bella e buona, specie se rapportata a stipendi rimasti indietro rispetto all’inflazione degli ultimi anni.

La stessa Unione Europea prevede di porre fine all’esenzione dai dazi per i pacchi sotto i 150 euro. Nel 2024 ne entrarono 4,6 miliardi e per il 90% provenienti dalla Cina. L’idea sarebbe di ripartire il gettito tra gli stati in cui avviene l’ingresso e le casse comunitarie secondo uno schema 25-75%. Servirebbe a contrastare l’e-commerce cinese, che negli ultimi anni ha preso piede e mietuto numerose vittime tra gli esercizi commerciali e le imprese d’Europa, specie attivi in comparti come la moda.

Non a caso è stata ribattezzata “tassa Shein“.

Piccoli acquisti disincentivati

Ma la tassa di 2 euro sui piccoli pacchi in Italia è qualcosa che sfiora l’aberrazione. L’impatto può essere notevole per i piccoli acquisti e tale da disincentivarli del tutto. Ad esempio, su un pacco del contenuto di 5 euro peserebbe per il 40%. Se compri uno smalto da 10 euro, te ne ritrovi a pagare 12. A guadagnarci sarebbero i negozi fisici di prossimità, i quali vedrebbero riaffluire qualche cliente in più. Tuttavia, il balzello servirà esclusivamente a fare cassa. Non sosterrà minimamente la competitività delle nostre imprese, che anzi si ritrovano a gareggiare in una corsa falsata.

Si rischia una dura battuta d’arresto per lo lo shopping online, che nel 2024 valeva 40 miliardi in Italia. Tecnicamente, la tassa di 2 euro sui pacchi verrebbe versata dal venditore. Il consumatore se la troverebbe caricata sul prezzo finale. Per essere pratici, il colpo potrebbero accusarlo particolarmente gli ordini di poche decine di euro. Quelli minimi risultano già penalizzati dal caricamento delle spese di spedizione, a meno di non beneficiare di un’esenzione per l’iscrizione a un qualche programma premium, come nel caso di Amazon fino ai 30 euro.

Tassa sui pacchi contro libertà del consumatore

Se nelle premesse iniziali, oltre che per fare cassa, la tassa di 2 euro sui piccoli pacchi serviva a difendere il Made in Italy dalla concorrenza asiatica a basso costo, adesso colpisce i venditori indiscriminatamente. Vi è dietro una logica paternalistica, che cozza con la difesa del libero mercato e la libertà del consumatore. Da Bruxelles in giù già si giustifica la stangata con la necessità di tutelare l’ambiente contro l’eccessivo uso di cartone e gli elevati km percorsi dalle merci a basso costo. Ipocrisia allo stato puro. I consumatori sono chiamati ancora una volta a tappare i buchi dei bilanci pubblici.

giuseppe.timpone@investireoggi.it

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

sul tema ECONOMIA

tasse busta paga
Articolo precedente

Conguaglio in busta paga: rimborsi, trattenute e sorprese fiscali di dicembre