Un miliardo di euro per i centri di rimpatrio in Albania: una spesa contestata dal governo, che – secondo le opposizioni – avrebbe potuto essere destinata a scuola, sanità e pensioni. E che dire degli 800 miliardi destinati al riarmo dell’Unione Europea, approvati anche con l’assenso della Premier Meloni? Anche in questo caso, per il Movimento 5 Stelle, si tratta di soldi spesi male, che potevano essere investiti per migliorare la vita degli italiani. Il Movimento 5 Stelle resta fermo su queste posizioni e accusa il governo di sperperare risorse pubbliche. Ma la risposta della Premier Meloni e della sua maggioranza è, anche stavolta, sempre la stessa: e i 200 miliardi spesi per il Superbonus 110% voluto dal M5S, non erano forse uno spreco?
E il reddito di cittadinanza, le truffe e i banchi a rotelle?
Il reddito di cittadinanza, che ha generato una marea di truffe ai danni dello Stato e incentivato molti giovani a non lavorare, sfruttando quel sussidio, non è anch’esso uno spreco?
E i famosi banchi a rotelle del governo Conte?
Punti di vista, schermaglie politiche, polemiche. Ma davvero il Superbonus 110% è stato un disastro? Vediamo da dove partono le criticità legate a questa misura e quali effetti ha avuto su Italia, conti pubblici e deficit.
Superbonus 110%, perché il governo accusa il M5S e contesta la misura?
L’impatto del Superbonus 110% in Italia ha superato di gran lunga le stime iniziali fatte dal governo nel 2020. Due effetti, in particolare, non sono stati considerati dai legislatori: le frodi che si sono poi materializzate e l’aumento vertiginoso dei costi dei lavori edili.
Quando i cittadini hanno capito che era possibile ristrutturare casa senza spendere un euro, e addirittura recuperare il 10% in più rispetto a quanto speso, nessuno ha più cercato il risparmio o i preventivi più bassi. L’atteggiamento è diventato: “Se tanto non pago io, che mi importa del prezzo?”
Un lavoro che prima del 2019 costava 10.000 euro, è salito a 15.000. Ma tanto, a pagare, era lo Stato. Di conseguenza, anche il costo dei materiali, dei prodotti e della manodopera specializzata è aumentato sensibilmente. Se si può sfruttare lo Stato, perché non farlo?
A ciò si aggiunge il tema delle regole di accesso, tra sconto in fattura e cessione del credito.
Il Superbonus ha reso possibile effettuare lavori anche senza liquidità. Il proprietario di casa ristrutturava l’immobile senza anticipare nulla, grazie alla cessione del credito all’impresa, che a sua volta lo cedeva alla banca. Oppure usufruiva dello sconto in fattura, pagando 1 invece di 10.
Ma i restanti 9 chi li ha pagati?
Frodi, truffe, debito e deficit: i disastri di una misura sbagliata
Frodi da parte di imprese e contribuenti, aumento generalizzato dei prezzi e, in soli tre anni, il Superbonus 110% ha raggiunto quota 170 miliardi di euro.
Sono i numeri già noti e resi pubblici dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.
La misura era nata con obiettivi nobili: rilanciare l’edilizia, aumentare l’occupazione, e trasformare il patrimonio immobiliare italiano in un modello di efficienza energetica.
Il meccanismo iniziale prevedeva la detrazione in 10 anni tramite dichiarazioni dei redditi, ma questo beneficio era accessibile solo a chi era fiscalmente capiente. In altre parole, solo chi aveva più di 10.000 euro di imposta annua da versare poteva recuperare i 100.000 euro di spesa su dieci anni.
Chi, invece, aveva già imposte abbattute per spese sanitarie, detrazioni per figli o lavoro dipendente, non poteva recuperare quasi nulla.
Per questo, il governo Conte introdusse con il Decreto Rilancio le alternative dello sconto in fattura e della cessione del credito.
Il risultato? Molte imprese sono finite in bancarotta, dopo aver anticipato denaro per lavori che non riuscivano a monetizzare, nemmeno cedendo i crediti alle banche. Le stesse banche, in seguito, hanno chiuso i rubinetti, rifiutando nuove cessioni per evitare rischi sistemici.
Il Superbonus 110% è diventato il regalo per ristrutturare seconde case dei benestanti
In pratica, un vero e proprio disastro economico e gestionale. Ma c’è di più: il Superbonus è diventato uno strumento per ristrutturare seconde case, spesso al mare o in montagna, senza anticipare nulla.
A beneficiarne, soggetti benestanti, dotati di capienza fiscale, mentre il ceto medio e i meno abbienti sono rimasti esclusi, non potendo accedere a una misura che non riuscivano a scaricare fiscalmente.
Al 1° marzo 2024, la spesa pubblica per il Superbonus 110% ha toccato quota 170 miliardi di euro.
Il deficit italiano, che l’ISTAT aveva certificato al 7,2%, è salito al 7,4%, con oltre 40 miliardi di sforamento rispetto alle previsioni.
Infine, le truffe accertate legate al Superbonus raggiungono una cifra impressionante: 15 miliardi di euro.