Il lavoro domestico è un settore ampio, che comprende baby sitter, colf, badanti, giardinieri, maggiordomi e molte altre figure. Tra i ruoli più diffusi in quest’ambito c’è quello della badante, una professione ormai riconosciuta, molto diffusa e di grande importanza sociale.
L’aumento della vita media in Italia porta inevitabilmente a un costante invecchiamento della popolazione. Sempre più anziani hanno quindi bisogno di una badante, che spesso diventa una vera e propria figura di riferimento, quasi come una di famiglia, soprattutto quando il rapporto dura molti anni.
Il legame che si instaura è reso particolarmente forte dalla natura “intima” di questo lavoro, che comporta fiducia e vicinanza quotidiana.
Tuttavia, resta pur sempre un rapporto di lavoro, e come tale deve garantire alla badante tutti i diritti previsti dalla normativa: stipendio, ferie, permessi e così via.
Inoltre, lo stipendio non può rimanere invariato per anni. Non si tratta solo dell’adeguamento al tasso di inflazione o dei minimi fissati dal CCNL, ma anche dei cosiddetti scatti di anzianità, su cui oggi ci concentriamo.
“Buongiorno, sono una badante italiana. Sono 5 anni esatti che lavoro e presto assistenza a un’anziana che oggi ha 98 anni. Le sono molto affezionata e, a dire il vero, mi trattano bene anche i figli, a cui mi rivolgo per stipendi e altre questioni. Quest’anno, per la prima volta, mi hanno aumentato lo stipendio, ma di pochissimo, perché mi hanno detto che l’inflazione è stata minima. Mi chiedevo però: visto che a luglio 2025 ho completato i 5 anni di lavoro con questa famiglia, non mi spettano per caso degli scatti di anzianità?”
Stipendio badante: ecco quando chiedere l’aumento al datore di lavoro e perché non può dire di no
Come ricordiamo spesso, il lavoro domestico non è diverso dalle altre attività lavorative subordinate.
Esiste un CCNL di categoria, con regole precise, diritti e doveri. Gli scatti di anzianità fanno parte integrante della disciplina e si applicano anche al lavoro delle badanti.
Per scatto di anzianità si intende un aumento automatico dello stipendio dopo un determinato periodo di lavoro continuativo con lo stesso datore. Dopo un certo numero di anni con lo stesso anziano o con la stessa famiglia, alla badante – come a ogni altro lavoratore domestico – spetta un incremento della retribuzione legato a questi scatti. La norma è sancita dall’articolo 37 del CCNL attualmente in vigore.
Scatti di anzianità badante, ecco le regole del CCNL di categoria
Gli scatti di anzianità sono aumenti di stipendio che spettano in automatico: la badante non deve presentare alcuna domanda o richiesta. L’incremento deve essere riconosciuto ogni due anni di servizio continuativo presso lo stesso datore, fino a un massimo di 7 scatti complessivi.
Ogni biennio lo stipendio aumenta del 4%, calcolato sulla retribuzione minima contrattuale (i cosiddetti minimi tabellari). Se una badante percepisce già uno stipendio superiore a tali minimi, il datore di lavoro non è obbligato ad applicare ulteriori scatti, ma può comunque decidere di riconoscerli come forma di premio.
Il conteggio parte dalla data di assunzione: ogni biennio matura uno scatto. Nel caso della lavoratrice citata, che a luglio ha compiuto 5 anni di servizio continuativo presso la stessa anziana, il primo scatto spettava a luglio 2022 e il secondo a luglio 2024. In pratica, avrebbe già dovuto riceverne due. Il terzo scatto maturerà invece a luglio 2026, qualora il rapporto di lavoro continui.