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Oggi: 05 Dic, 2025

Sterlina e Gilt in calo sul caos del bilancio UK: inversione ad U di Starmer sulle tasse

Cade la sterlina, mentre i rendimenti dei Gilt si sono impennati nella seduta di ieri dopo le ultime indiscrezioni sul bilancio UK.
3 settimane fa
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Rendimenti dei Gilt in rialzo
Rendimenti dei Gilt in rialzo © Licenza Creative Commons

E’ stata negativa la reazione dei mercati alle ultime indiscrezioni arrivate nella serata di giovedì sul nuovo bilancio del Regno Unito. La presentazione ufficiale avverrà il 26 novembre, ma mai come quest’anno il suo impianto è stato spoilerato dagli stessi ambienti del governo. La sterlina è leggermente scesa nei confronti sia del dollaro che dell’euro, mentre i rendimenti dei Gilt sono saliti bruscamente. La scadenza a 10 anni è passata dal 4,44% di giovedì fino ad oltre il 4,50% di ieri. Il trentennale ha fatto un basso dal 5,23% fino al 5,316%.

Starmer e Reeves ci ripensano sulle tasse

L’Office for Budget Responsibility ha ricevuto nuove comunicazioni dal governo circa la decisione di non alzare le imposte sui redditi come da prima bozza. Un’inversione ad U in politica fiscale, che ha lasciato di stucco gli investitori.

Fino a poche ore prima, infatti, si pensava che il cancelliere Rachel Reeves avrebbe alzato le aliquote del 2%, pur abbassando altrettanto i contributi previdenziali a carico dei lavoratori. Una misura che avrebbe portato a maggiori entrate per 6 miliardi di sterline all’anno. A pagare sarebbero stati i lavoratori autonomi e i proprietari di immobili e terreni, non soggetti alla “National Insurance”.

I rendimenti dei Gilt sono risaliti sui timori per i conti pubblici. C’è un “buco” di almeno 30 miliardi di sterline da tappare. Come farà il governo del primo ministro Keir Starmer? Molti temono che Downing Street stia assegnando priorità alla propria popolarità che non alla solidità fiscale. Gli eventi di questa settimana lo confermerebbero. Gli uffici del primo ministro hanno reso noto un tentativo interno ai laburisti di spodestare Starmer dalla sua posizione di leader e capo del governo.

Del presunto “putsch” sono stati accusati i ministri di Salute e Interni, rispettivamente Wes Streeting e Shabana Mahmood.

Inversione ad U per placare rivolta Labour

La rivolta sarebbe scattata, a quanto pare, subito dopo la presentazione del nuovo bilancio. Questo avrebbe infranto la promessa elettorale di non aumentare le imposte sui redditi dei lavoratori. Da cui la decisione di Starmer e Reeves di evitare la provocazione, tornando sui propri passi. E ora? Le ipotesi sarebbero diverse. Tra le più probabili c’è quella di “congelare” gli scaglioni, non adeguandoli all’inflazione. Un’iniziativa già presa in passato dai governi conservatori e che farebbe incassare allo stato tra 8 e 10 miliardi in più all’anno. Un’altra consisterebbe nel tenere invariate le aliquote, giocando sugli scaglioni per fare pagare maggiori tasse ai contribuenti.

Quale che sarà la soluzione escogitata, il governo Starmer si dimostra ogni giorno più debole e meno credibile. C’è un’altra iniziativa a cui Reeves avrebbe rinunciato per frenare la fuga dei capitali: la “exit tax” sui patrimoni di coloro che lasciano il Regno Unito. L’ala progressista del partito la reclamava, ma Henley and Partners stima che già a legislazione invariata 16.500 milionari lasceranno Londra quest’anno per spostarsi altrove, specialmente Svizzera ed Emirati Arabi Uniti.

Rendimenti Gilt segnale di sfiducia

Il rialzo dei rendimenti per i Gilt è un segnale di sfiducia verso il governo Starmer. Non siamo (ancora?) all’effetto Truss, ma pian piano i capitali se la stando dando a gambe levate. Le tensioni interne alla maggioranza sarebbero solamente rimandate nel migliore dei casi. I sondaggi sono agghiaccianti per i Labour. Se si rivotasse oggi, prenderebbero meno del 20% e una manciata di seggi. A trionfare sarebbe il Reform UK di Nigel Farage in quello che avrebbe tutto l’aspetto di un “big bang” per lo storico bipartitismo britannico.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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