Un altro record infranto dai titoli di stato italiani, che nel corso della seduta di ieri hanno visto restringere lo spread a 10 anni con i Bund sotto i 70 punti base e ai minimi dalla fine del 2009. Gli investitori chiedono ormai un premio inferiore allo 0,70% per acquistare i nostri decennali al posto di quelli tedeschi. Un anno fa, chiedevano l’1,10% in più. E sempre ieri il rendimento decennale italiano è sceso al 3,435%, lo 0,04% in meno del livello francese. I mercati stanno andando a caccia di BTp lunghi, perché fiutano l’opportunità di investire su questo tratto della curva.
Conti pubblici italiani solidi
Lo spread sta scendendo a seguito delle numerose promozioni del rating ad opera delle principali agenzie internazionali.
L’ultima ad avere annunciato l’upgrade è stata Moody’s un paio di settimane fa. Giudizio alzato a Baa2 con outlook stabile. La stessa agenzia ha tagliato l’outlook ai bond emessi da Unione Europea e Regno Unito a “negativo” l’altro ieri. E nelle settimane precedenti aveva declassato l’outlook dei bond francesi per anticiparne un possibile abbassamento del giudizio dal livello Aa3.
L’Italia sta andando controcorrente. Diverse le ragioni, tra cui una politica fiscale all’insegna della prudenza. Siamo l’unica economia del G7 a registrare un avanzo primario, cioè un saldo di bilancio attivo al netto della spesa per interessi. E tra le principali economie europee siamo anche l’unica a scendere già quest’anno possibilmente sotto la soglia del 3% di deficit sul Pil. La Francia dovrebbe chiudere al 5,5% e la stessa Germania sta infrangendo i vincoli di bilancio comunitari per sostenere la sua industria bellica e gli investimenti pubblici.
BTp lunghi con alti margini di guadagno
I BTp lunghi appaiono più appetibili di quelli con scadenze medio-brevi. Lo spread è per loro più alto. Basti pensare che sul tratto a 2 anni si aggirava ieri sui 17 punti, mentre per il trentennale sfiorava i 100 punti. E questo, dal punto di vista di chi investe, significa che esisterebbero maggiori margini di guadagno. Poiché i rendimenti italiani possono scendere più velocemente per scadenze dai 10 anni insù, di pari passo potranno salire i prezzi.
Tesoro può sorridere
Per il Tesoro è una buona notizia. Non solo lo spread in calo può implicare una riduzione della spesa per interessi – a patto che i rendimenti tedeschi non risalgano – ma se ad essere premiati fossero i BTp lunghi, esso avrebbe modo di consolidare il debito pubblico, ossia emettere scadenze medie più longeve per rassicurare ulteriormente i mercati. Un’opportunità anche per gli obbligazionisti in possesso da tempo di titoli a 10, 20, 30 o persino 50 anni. Dopo che i prezzi erano esplosi rapidamente nell’autunno di due anni fa, c’è stato un ripiegamento. Molti hanno rivenduto in perdita e molti altri sono rimasti in attesa che le cose si riaggiustassero.
BTp lunghi opportunità per obbligazionisti
Con questo trend in atto, i BTp lunghi potrebbero tornare ad apprezzarsi in prossimità almeno dei massimi dell’ultimo anno. Per coloro che sono entrati sul mercato a prezzi bassi, si prospetterebbero guadagni anche in doppia cifra. Ad esempio, il BTp 2072 era arrivato a 68 centesimi nel dicembre 2024. Ieri, sfiorava i 60 centesimi e nel corso dell’anno è sprofondato anche sotto i 56 centesimi.
Tra i due estremi un margine anche superiore al 20%, cedola esclusa.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

