Nei giorni scorsi vi avevamo dato la notizia che la Russia stesse programmando l’emissione del suo primo bond denominato in yuan. E ieri sono stati resi noti alcuni dettagli dell’operazione. Si terrà giorno 8 dicembre, anche se gli ordini verranno accettati a partire dal 2 dicembre. Non è noto l’importo che Mosca intende incassare, sebbene il Tesoro abbia prospettato fino a 4 emissioni per complessivi 400 miliardi di rubli (4,4 miliardi di euro).
Deficit s’impenna in Russia
Il bond in yuan della Russia sarà dual tranche. Verrà offerta una scadenza di 3,2 anni e una seconda di 7,5 anni. Per la prima il rendimento massimo dovrà oscillare tra il 6,25% e il 6,50%, mentre per la seconda non potrà eccedere il 7,50%.
La tempistica non sembra casuale. Il governo stima che per quest’anno il deficit fiscale sarà di 5.700 miliardi di rubli, qualcosa come 62,7 miliardi di euro al cambio attuale. Era stato previsto cinque volte più basso ad inizio anno.
Fame di rendimento in Cina
Tra entrate inferiori alle previsioni e petrolio e gas in calo, le finanze statali ne stanno risentendo. Il Paese è tagliato fuori dai mercati internazionali e può finanziarsi solo con prestiti bilaterali o, come in questo caso, rivolgendosi agli investitori di stati amici. Dal canto loro, gli investitori cinesi hanno fame di rendimento. I titoli di stato emessi da Pechino offrono pochissimo, riflettendo un’economia caduta nella “trappola giapponese“, un mix tra deflazione e bassa crescita. Per le scadenze che verranno emesse dal governo russo i rendimenti in patria si aggirano intorno all’1,45% e 1,70% rispettivamente.
Questa settimana, il rendimento decennale cinese è sceso per la prima volta nella storia sotto i livelli giapponesi.
Capite bene che ci sarebbero tutte le condizioni per investire nel bond in yuan della Russia. Gli investitori cinesi non si assumerebbero alcun rischio valutario, mentre in cambio riceverebbero rendimenti molto più alti. Il rischio di credito, tuttavia, esiste. La Russia ha un debito pubblico molto basso, intorno al 20% del Pil, ma d’altra parte trova complicato rifinanziarlo per le ragioni sopra espresse.
Bond in yuan della Russia per emanciparsi dall’Occidente
Per Mosca è un test. Se andrà bene, potrà immaginare di ricorrere con maggiori frequenza in futuro a questo genere di emissioni. Un modo per affrancarsi dalla finanza occidentale anche nel caso in cui le tensioni geopolitiche si stemperassero con la fine della guerra in Ucraina. Ricordiamo che le riserve russe sono state “congelate” in Occidente per quasi 300 miliardi di dollari. I governi europei ne ipotizzano un vero esproprio per far pagare a Mosca le spese di riparazione in Ucraina.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

