È tornata purtroppo nuovamente la truffa del “SI” e la situazione non sembra migliorare sopratutto per quanto concerne il settore dell’energia. La truffa come spiega l’Unione Nazionale Consumatori è davvero ideata bene ed in molti possono cadere nel tranello. Ci si chiede, però, se i casi stanno aumentando con l’avvicinarsi della fine del mercato tutelato.

Come avviene la truffa del “SI”

La Truffa del “SI” funziona in modo molto semplice: si riceve una chiamata e dall’altra parte del telefono si fa di tutto affinché si pronunci la parolina “SI”.

Ecco un esempio: Lei è il signor Rossi? La persona risponderà di si e chi di dovere monterà accuratamente tale parola utilizzandola per l’attivazione di un contratto ad esempio per la luce e il gas. Ciò senza la volontà della persona. Non si dovrà quindi mai dire Si per proteggersi da questa truffa. Nel caso dell’energia, poi, Massimiliano Donà dell’Associazione invita a non fornire mai i propri dati personali e sopratutto il proprio codice “POD” o il codice fiscale. Il rischio è quello che venga attivata un’offerta a nostra insaputa.

Aumenti casi di truffa con la fine del mercato tutelato

La fine del mercato tutelato è slittata come tutti sanno a gennaio 2022 e proprio in merito a tale fine si è registrato un aumento, secondo alcuni, dei casi di truffa del “SI”. Dalla data indicata i prezzi del mercato dell’energia non saranno più calmierati per cui sarà stesso il risparmiatore a dover scegliere con quale fornitore stipulare un contratto. Al momento si evince che ancora 15 milioni di utenti e di micro-imprese non hanno ancora aderito al nuovo mercato e tale numero fa gola alle aziende. Proprio per questo tramite call center cercando con insistenza di sollecitare gli utenti all’attivazione.

Cosa fare per non incappare nella truffa del “Si” e cosa fare se si è vittime

Per evitare di cadere nella truffa del “SI” non si dovranno mai fornire i propri dati anagrafici, il proprio POD e/o PDR che sono dei codici univoci che identificano l’impianto di gas o luce.

Non si dovrà mai dare il codice fiscale, l’Iban e mai pronunciare la parola “SI”.

Qualora si resti vittima della truffa del “SI”, invece, la prima cosa da fare sarà quella di inviare una raccomandata A/R per disconoscere il contratto oppure rivolgersi ad un’associazione a difesa dei consumatori.

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