La paura per il fallimento delle banche è sempre maggiore e in molti si stanno chiedendo se i propri soldi depositati sul conto sono al sicuro. Il caso del fallimento della Silicon Valley Bank e il tracollo della Credit Suisse rischia, infatti, di mettere in crisi l’intero sistema di credito europeo.

In genere, però, le banche europee sono più diversificate dal punto di vista della clientela e in genere sono più solide per cui non è il caso che si corra a prelevare il proprio denaro.

Ricordiamo che i conti correnti bancari sono garantiti fino a 100 mila euro nel caso del fallimento dell’Istituto di Credito.

I soldi che abbiamo sul conto corrente sono sicuri?

In Italia esiste il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Si tratta di un consorzio al quale devono aderire obbligatoriamente tutte le banche italiane. Grazie al fondo, se la propria banca dovesse finire in liquidazione, esso tutelerà i depositi bancari del cliente fino a 100 mila euro. Nel caso si abbia un conto cointestato, in base al saldo esistente, ogni intestatario avrà diritto al rimborso entro l’ammontare garantito. Se, invece, si hanno più depositi presso la medesima banca, l’ammontare dei conti sarà sommato fino a un limite di 100 mila euro. Il fondo garantisce il rimborso entro sette giorni lavorativi dalla liquidazione mediante le risorse versate dalle banche.

La garanzia del Fidt non è applicata solo alle persone fisiche ma si estende anche alle persone giuridiche. Anche i depositanti minorenni hanno la medesima garanzia di quelli maggiorenni. In tal caso i diritti sono esercitati da chi ha la podestà genitoriale. A chi si chiede se anche le banche online sono protette, la risposta è affermativa.

Cosa tutela il Fidt?

I soldi che si hanno sul conto fino a 100 mila euro a depositante sono sicuri grazie al Fidt. La tutela si applica, oltre ai depositi in conto corrente, anche ai conti deposito vincolati o non.

Inoltre ai certificati di deposito, ai libretti di risparmio e agli assegni circolari. Attenzione: non sono invece tutelati dal fondo le obbligazioni e i pronti contro termine. Questi ultimi (chiamati anche Repo) sono dei contratti nei quali il venditore cede in cambio di denaro dei titoli a un acquirente e si impegna in contemporanea a riacquistarli da quest’ultimo a un prezzo e a una data predeterminata.

Che succede invece alla parte eccedente i 100 mila euro? Ebbene, per tale denaro, spiega la Banca d’Italia, non c’è rimborso da parte del Fidt. Il credito residuo del depositante, però, è iscritto nello stato passivo della banca in liquidazione coatta amministrativa e “può concorrere in seguito ai riparti di liquidazione”.

Il problema però è che la dotazione del Fondo interbancario è di appena 3,3 miliardi che non basterebbero nemmeno per il fallimento di una banca media. L’idea sarebbe quindi quella di creare un Fondo unico a livello continentale cosicché da garantire le stesse garanzie a tutti gli Stati membri. Così facendo, nel caso di un crollo generalizzato della banche, i paesi più forti dal punto di vista finanziario potrebbero aiutare quelli più deboli. Ripetiamo, al momento tale tema è solo in discussione in Europa.

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