Addio alle bollette di luce e gas a due cifre. In molti denunciano, infatti, di riceverle oramai a 3 cifre. Se prima “pagavo 80 euro” denuncia una signora, “adesso pago almeno 150 euro”. E a ottobre, con l’aggiornamento delle tariffe Arera per il mercato tutelato cosa succederà, si chiede la medesima persona? “Al posto dei 150 euro pagherò anche 200 o 250 euro, e come?”.

La domanda che si stanno ponendo tutti è proprio questa: come farò a pagare la bolletta? Matteo Leonardi a LaRepubblica dà dei suggerimenti su come risparmiare.

Mentre a giugno e a luglio, tutti pagavano cifre esorbitanti la sua fattura è stata di 36,03 euro. Niente male, diremmo. Ma com’è possibile tutto ciò? È proprio il direttore esecutivo di Ecco Climate che lo ha spiegato. È necessario un uso consapevole dell’energia e dotarsi di pannelli fotovoltaici da balcone.

Per abbassare la bolletta a due cifre ci sono i pannelli fotovoltaici

Non sprecare elettricità è il mantra di tutti. La sua efficacia, però, dipende anche dalle azioni che si volgono. Leonardi, ad esempio, suggerisce di fare attenzione alle piccole cose come staccare il modem del wifi quando non serve o non lasciare i dispositivi in standby. E poi, l’aver acquistato dei pannelli fotovoltaici da balcone è stata la grande svolta.

Il direttore di Ecco Climate ha spiegato che questi aggeggi sono chiamati “plug and play” e non necessitano di autorizzazioni fino ad una certa potenza. La loro energia, quella che producono di giorno, è scalata direttamente da quella che si consuma. Quando c’è il sole si riesce ad alimentare il frigorifero e anche la lavatrice ma solo se i pannelli fotovoltaici riescono a catturare completamente la luce.

La bolletta della luce si azzera

Non c’è bisogno della bacchetta magica per abbassare i costi della bolletta della luce. Leonardi ci è riuscito grazie ai gesti quotidiani e all’acquisto dei pannelli fotovoltaici da balcone.

Ha scelto poi un nuovo fornitore che è una cooperativa il cui nome è Ènostra, essa ha aperto un fondo di produzione di dodici anni che raccoglie tra soci e clienti il denaro necessario per costruire impianti da fonti rinnovabili. Un’idea che pian piano si sta facendo strada anche tra altri fornitori.

A chi partecipa all’iniziativa, poi, la cooperativa fa pagare una tariffa fissa all’anno. A seconda della quota che si investe, si ha diritto ad un tot di energia. Si fa l’esempio del condizionatore per il quale è necessario avere tremila kilowattora all’anno. L’investimento, in questo caso, deve essere di almeno 2100 euro. Dopo l’anno, infine, la somma versata viene restituita e si può cambiare tariffa.
Se le comunità diventassero autosufficienti, si potrebbe risolvere in parte il problema dell’approvvigionamento del gas. E poi, tutti potrebbero dormire sogni più tranquilli pensando che il prossimo mese la bolletta che arriverà sarà alla portata di tutti.
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