Se ti stai chiedendo quale sia la migliore tipologia di pellet quanto a capacità di riscaldamento e per risparmiare, ti trovi nel posto giusto. Grazie all’emendamento alla Legge di Bilancio, il cosiddetto bonus pellet, il prezzo potrebbe scendere un po’ nei primi tre mesi del 2023, e quindi potrebbe essere utile sapere su quale puntare.

La prima cosa che devi sapere è che il parametro più importante per verificare la qualità del pellet è il contenuto di ceneri.

Quando il biocombustibile è ricco di ceneri, infatti, brucia meno bene e ti obbliga a pulire la stufa con maggiore frequenza.

Partendo da questo presupposto, ecco quali sono le classi migliori e perché.

Quali sono i parametri per capire quali sono le migliori qualità di pellet?

Il primo parametro per valutare quale sia il pellet migliore è dato dalla produzione di ceneri, ma te ne possiamo indicare alcuni altri. Fondamentale, ad esempio, è la cosiddetta ‘durabilità’,vale a dire la capacità del pellet di non ridursi in briciole. Ma come verificarla? È semplicissimo. Prendi il tuo sacchetto di pellet, se nel fondo si trova molta polvere di segatura, allora il biocombustibile presenta un basso valore di ‘durabilità’, ed è dunque di qualità bassa. Un ulteriore esperimento per verificare la qualità del tuo pellet è il seguente. Prendi un bicchiere d’acqua e immergine una manciata all’interno: se il pellet va a fondo, rimane compatto, non lascia residui di polvere e dunque l’acqua rimane chiara, allora puoi essere sicuro che hai acquistato un prodotto di qualità.

Quali sono le classi del pellet

Secondo la normativa europea, sono tre le categorie principali in cui viene suddiviso il pellet per qualità.
Classe A1. Si tratta della qualità migliore, ha un potere calorifero che deve essere pari o superiore a 4,6kWh per ogni chilogrammo di prodotto. Il contenuto di ceneri è particolarmente basso, deve essere dello 0,7%.


• Classe A2. Si tratta della qualità media e il suo contenuto di ceneri non deve eccedere l’1,2%.
• Classe B. si tratta del più economico e di qualità bassa, con un contenuto di ceneri che può arrivare fino al 2% e minore potere calorifero rispetto alle classi A1 e A2.
Importante è che abbia la certificazione europea ENplus, in quanto garantisce standard elevati di qualità in tutta la filiera produttiva e garantisce che il pellet abbia determinate caratteristiche fisiche, chimiche ed energetiche.

Quali legni scegliere?

Ti diciamo subito che la scelta non è facile, e tutto dipende dalle tue esigenze di riscaldamento e dalla tipologia di impianto. Il pellet di faggio è sicuramente quello che ha la resa migliore, ma consuma di più e produce più cenere. Un’altra tipologia molto diffusa, il pellet di abete, consuma meno e produce minori quantità di cenere, ma ha una resa minore. Sulla qualità incidono ovviamente anche i differenti marchi e la stufa che hai in casa. È possibile comunque ottenere una resa buona con i cosiddetti ‘pellet misti’, che contengono sia faggio che abete.

Ma non è tutto. Esistono molte tipologie di pellet e solitamente sono suddivise in base alla ‘consistenza’: avrai sentito parlare di legni dolci e legni duri. Le principali qualità di legni dolci sono l’abete bianco, l’abete rosso, il larice, l’ontano, il pino marittimo e il pioppo: si tratta di materiali ad alto contenuto di resina, che bruciano molto facilmente, dunque con forte potere calorifero, ma consumano rapidamente e rilasciano residui fissi del 12%.

Le principali qualità di legni duri, invece, sono il frassino, il faggio, la betulla, il rovere, la robinia, l’acero e il castagno: la loro caratteristica è di essere poco resinosi, per cui sviluppano un calore più omogeneo e meno intenso, ma consumano lentamente e sono più difficili da accendere e mandare in temperatura.

Questo è tutto. Ora hai tutti gli strumenti per effettuare la scelta del miglior pellet per le tue esigenze.

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