Cosa ci attende nel 2022? Una sintesi può essere fatta rapidamente. Molti di voi lettori avranno appena ricevuto le prime bollette (anche triplicate) per colpa degli aumenti e, in molti casi, chi pagava circa 70 euro adesso si ritrova con una spesa di 150 o anche 200 euro. A questo si aggiungono i rincari dei generi alimentari e sembra che sia soltanto l’inizio. Il motivo è la scarsità negli approvvigionamenti delle materie prime. In più l’OCSE segnala come l’Italia sia l’unico paese in Europa che abbia segnato un calo netto degli stipendi.

Il Misery Index infine segnala come nel nostro paese ci siano circa 6 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà. Che fine hanno fatto gli annuncia sulla crescita di Mario Draghi? Perché i soldi del Pnrr non possono essere utilizzati anche per sterilizzare i rincari?

Cos’è il Misery Index: l’Italia nella morsa della povertà tra bollette, rincari e stipendi bassi

È stato pubblicato di recente il Misery Index, il dossier che ha certificato come in Italia 2 milioni di famiglie, vale a dire 6 milioni di persone, vivano al di sotto della soglia di povertà reale. L’indice è salito di ben tre punti in un solo anno, mostrando come la pandemia ha reso il nostro paese nettamente più povero. Il tasso di disoccupazione è ancora allarmante, nonostante qualche leggero miglioramento vi sia stato. E, come sottolinea in una nota Confcommercio,il carovita ha vanificato i miglioramenti conseguiti sul fronte dell’occupazione’. Il problema però non riguarda soltanto la disoccupazione o chi è occupato in lavori malpagati. Uno dei nodi che l’Italia non ha risolto infatti è il calo costante del potere d’acquisto degli stipendi. Il confronto con gli altri paesi europei è impietoso.

Stipendi a ribasso e povertà diffusa anche nella classe media: cosa ci attende nel 2022?

Mario Draghi ha annunciato come la crescita italiana sia la più alta tra quelle europee con la quota del 6%.

In aggiunta, sono in arrivo un bel po’ di soldi dal Recovery Plan. Tutto questo, però, sul fronte del mercato del lavoro non si fa sentire. I precari sono ancora circa 3 milioni e molti italiani preferiscono ricevere il reddito di cittadinanza piuttosto che trovare lavoro in un ristorante o in un cantiere. Quest’ultimo comunque funziona male, perché non reinserisce nel mondo del lavoro.

Qual è la ragione? La risposta è semplice: basta analizzare la questione degli ‘stipendi’. L’OCSE ha certificato come negli ultimi trent’anni siano cresciute le buste paga in tutta Europa, tranne che in Italia. In Germania, gli stipendi sono aumentati del 34%, in Francia del 31%, la Spagna che ha fatto meno bene comunque ha visto i propri salari crescere del 6%. In Italia, gli stipendi sono diminuiti del 3%.

La tempesta perfetta è la seguente: gli stipendi sempre più bassi si associano ai rincari delle bollette di luce e gas e agli aumenti dei prezzi dei generi alimentari. Sembra davvero difficile immaginare, in queste condizioni, un rilancio nei consumi. Intanto, la BCE è allarmata per gli stipendi troppo alti in Europa e lo spread tra Bund e Btp è di nuovo in crescita, rischiando di penalizzare nuovamente l’Italia e costringere il nostro paese a nuove iniezioni di austerità.
Cosa ci attende nel 2022? La risposta è tutta nei dati.
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