La nuova Legge di Bilancio 2023 ha cambiato nuovamente il limite contanti. Da ieri, infatti, si passa 2000 euro (sarebbe dovuto scendere a 1000 euro) a 5000 euro per cui saranno legittimati i pagamenti fino a 4999,99 euro. Oltre questa soglia sono previste sanzioni sia per chi riceve denaro, sia per chi effettua pagamenti.

Non appena è stata vagliata, questa proposta (che ora è legge) ha suscitato numerose polemiche, soprattutto per gli effetti potrebbe avere sul mercato sommerso, sul crimine organizzato e sull’evasione fiscale.

Negli ultimi vent’anni, comunque, non c’è stata pace per il limite ai contanti.

Si è passati, infatti, da un massimo di 12500 euro durante il secondo Governo Berlusconi a un minimo di 1000 euro fissati dal Governo Monti.

È un’altalena che sicuramente subirà nel corso degli anni nuove modifiche. Intanto, anche l’Unione Europea ha fissato un limite che è di 10000 euro per i pagamenti in contanti anche se gli stati membri avranno la possibilità (è ciò che si auspica) di fissare dei limiti più bassi.

Com’è cambiato il limite contanti negli ultimi anni

Negli ultimi 20 anni, la soglia massima per i pagamenti è cambiata davvero tanto. Nel 2002, ad esempio, con il Governo Berlusconi era fissata a 10330 euro salita poi a 12500 euro nello stesso anno. Con il Governo Prodi del 2007 è scesa a 5000 euro per poi salire di nuovo a 12500 euro nel 2008 con il nuovo Governo Berlusconi. Nel 2010, però, sempre il Governo capitanato da quest’ultimo l’ha abbassata a 5000 euro e a 2500 nel 2011.

Con il passaggio al Governo Monti nel 2011, invece, il limite massimo dei contanti è sceso a1000 euro per poi salire a 3000 euro con il Governo Renzi. L’allora premier Conte nel 2020 ha poi abbassato la soglia a 2000 euro mentre con il Governo Draghi, per il 2023, sarebbe dovuta essere di 1000 euro, cosa che invece non è avvenuta.

Come sappiamo, infatti, il limite è salito di nuovo a 5000 euro.

Le polemiche per questo innalzamento proseguono anche perché c’è uno studio della Banca d’Italia condotto lo scorso anno che ha scoperto che un aumento dell’1% delle transazioni in contanti ha portato ad un aumento tra lo 0,08 e l’1,8% dell’economia sommersa. Secondo lo studio, quindi, alzare la soglia dei pagamenti in contanti, farebbe crescere le transazioni in nero.

Pagamenti e prelievi: ecco cosa cambia

Dal 1° gennaio 2023 è entrato in vigore il nuovo limite ai contanti che non è di 1000 euro bensì di 5000 euro. Significa che non si può pagare in contanti oltre i 4999,99 euro altrimenti scattano le sanzioni. Sono esclusi, però, dal limite appena indicato, sia i prelievi che i versamenti sul proprio conto personale in quanto il denaro prevede un solo soggetto. Il versamento sul proprio conto, infatti, può essere dovuto a un compenso ricevuto o a un servizio erogato. Esso, però, può essere compiuto in contanti solo se è di massimo 4999,99 euro. Per gli altri casi, invece, non si deve mai superare il limite di 4999,99 euro.

Per i prelievi dal proprio conto, poi, consigliamo di fare attenzione a non superare la soglia di 10 mila euro al mese. Oltre questo limite, infatti, scatta la segnalazione alla Uif da parte dell’Istituto Bancario. Tale segnalazione scatta anche se si supera la soglia mediante più operazioni che sommate superano il tetto.

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