L’inflazione sta frenando il risparmio perché si spende di più per acquistare le medesime cose di un anno fa. La conseguenza è che più della metà degli italiani sta dicendo addio al proprio salvadanaio, frutto di tanti sacrifici.

Un’analisi dell’Osservatorio changing world lanciato da Nomisma spiega che negli ultimi dodici mesi, la capacità di risparmio degli italiani è diminuita del 54%. Il motivo è che 1 italiano su 4 spende tutto quello che guadagna. Insomma, la situazione non è per nulla positiva e la paura di non riuscire ad arrivare alla fine del mese è sempre maggiore.

Ma quali sono le prospettive per il futuro, schiarite in vista?

Il futuro è incerto

È un mondo difficile, e vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto” cantava Tonino Carotone. Ed è proprio quello che sentono gli italiani in questo periodo e ciò lo rivela anche l’analisi di Nomisma.

La pandemia, il conflitto tra Russia e Ucraina e il rialzo dei costi dell’energia, infatti, hanno acuito la paura degli italiani per il futuro.

Dai dati dell’Osservatorio emerge inoltre che l’88% delle famiglie ha cercato di adottare delle strategie di risparmio per far fronte all’impazzata dei prezzi. Nonostante questo, però, il 14% delle persone intervistate (campione rappresentativo tra i 18 e i 65 anni) comunica di non guadagnare abbastanza per far fronte alle spese necessarie.

Il dato peggiore, infine, è che solo 1 italiano su 2 spende meno di quello che guadagna riuscendo così a mettere qualcosa da parte senza la necessità di eccessive rinunce.

Quali sono le prospettive future?

Stefano Giuliani, Ad di BancoPosta Fondi Sgr ha comunicato che nel mese di febbraio sono migliorate le prospettive economiche. L’inflazione, però, resta alta anche se è in discesa. Per quanto concerne le aspettative future non è possibile prevedere quando l’aumento dei prezzi diminuirà nel medio periodo. Se si guardano, però, le indicazioni che vengono dagli strategist e dagli economisti è possibile che “ad oggi il livello di equilibrio sia un po’ più alto del target del 2%”.

Infine ha spiegato che la cosa più importante in assoluto è che il livello dell’inflazione (che si era stabilizzato intorno al 10%) possa tornare su livelli più fisiologici. Solo in questo modo l’economia potrebbe funzionare in maniera “più sana ed equilibrata”.

La speranza di tutti, comunque, è che in questo 2023 la situazione possa tornare alla normalità anche perché sia l’inflazione che il carovita hanno fatto aumentare i debiti delle famiglie italiane. Nell’ultimo periodo, infatti, si è assistito a un incremento dei prestiti per il consumo e di quelli personali. Dallo scorso luglio fino a novembre, secondo un’altra analisi di Fabi, è emerso che il totale dei conti correnti è calato di quasi 20 miliardi di euro. Il valore complessivo, infatti, è sceso da 1178 miliardi di euro a 1159 di fine novembre a dimostrazione del fatto che la crisi comincia ad erodere pesantemente le tasche degli italiani.

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