In molti si chiedono cosa fare in caso arrivi la bolletta della luce, del gaso dell’acqua sbagliata. Ebbene si può precedere con un reclamo scritto fino ad arrivare ad un tentativo di conciliazione, come spiega il noto sito laleggepertutti. Ma come fare per capire se la bolletta è sbagliata?

Ecco cosa fare in caso di bolletta luce, gas o acqua sbagliata

Qualora arrivi una bolletta molto salata non è detto che la colpa sia dell’utente. Potrebbe infatti trattarsi del guasto di un elettrodomestico nel caso della luce o di una perdita nel caso della bolletta dell’acqua o ancora di uno sbaglio da parte del proprio fornitore.

Firmando il contratto di fornitura si accetta di ricevere il calcolo dei consumi sulla base di quanto registra il contatore. Nel caso in cui, però, ci si ritrovi una bolletta con importi irragionevoli allora si potrà effettuare una contestazione motivandola. Dicendo ad esempio che è impossibile per una persona che abita da sola aver consumato cifre triple o quadruple rispetto alle mensilità antecedenti. Qualora vi sia contestazione dell’utente, la Cassazione comunica che ad esempio nel caso del servizio idrico quest’ultimo dovrà dimostrare che il contatore funziona bene. Il cliente, invece, dovrà dimostrare di aver custodito bene l’impianto e vigilato su di esso. In ogni caso qualora si tratti di una grave contestazione, la società fornitrice dovrà dimostrare che il contatore funzionava bene mentre il consumatore che l’eccesso del consumo era dovuto a fattori esterni al suo controllo.

Bolletta luce, gas o acqua sbagliata: ecco cosa fare

Per contestare la bolletta sbagliata è necessario inviare un reclamo scritto con raccomandata A/R oppure mediante la Pec alla società fornitrice. Bisogna ovviamente inserire nome-cognome, numero del contratto di fornitura, la copia della bolletta sbagliata e le ragioni per le quali si ritiene che ci sia stato un errore.

Inoltre è importante comunicare se il pagamento è stato effettuato (copia ricevuta) e richiedere che l’importo venga restituito.

Fatta tale operazione, la società avrà quaranta giorni di tempo per rispondere e non potrà sospendere la fornitura. Se poi il reclamo verrà accettato, la società dovrà riaccreditare la somma entro novanta giorni ma se ciò non avverrà bisognerà procedere con un tentativo di conciliazione presso l’AEGG. La procedura sarà telematica e non ci sarà bisogno dell’avvocato. Basterà solo avere una copia della contestazione scritta. Si dovrà poi chiedere di fissare un incontro online per trovare una soluzione. Per iniziare tale pratica si potrà inviare una e-mail a [email protected] o un fax al numero 800185025. In alternativa si potrà anche inviare una raccomandata a “Sportello per il consumatore di energia c/o Acquirente Unico via Guidubaldo Del Monte 72, 00197 Roma”. Se anche questo tentativo non andrà a buon fine allora sarà necessario un avvocato.
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